mercoledì 15 febbraio 2017

Film 1306 - Silence

Serata tra cugini con aperitivo e un salto in Cineteca a recuperare l'ultima gestazione di Scorsese. Non sono sicuro di essere ancora stato perdonato per la mia scelta...

Film 1306: "Silence" (2016) di Martin Scorsese
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Francy
Pensieri: "Silence" è una pellicola che già nel titolo si spiega da solo. E' una produzione faraonica (40 milioni di dollari per produrlo) oltre che un titolo difficilissimo che richiede concentrazione e pazienza. Di seguito i miei pensieri sottoforma di appunti. Più che a un film, si assiste ad una liturgia, un racconto interminabile che solo inizialmente può essere scambiato per una pellicola perché poi ci si accorge che è qualcos'altro, quasi un atto di fede nei confronti di un regista che è un mito e divinità per quelli del suo ambiente. Dunque è con devozione che c si deve rimettere alla storia di questo "Silence", un dramma in costume che richiede la pazienza di un santo, la speranza di chi crede in qualcosa e, forse, l'arguzia di chi sa leggere oltre le immagini. Io è così che ho vissuto questa esperienza, come un discepolo che segue un rituale che non sempre capisce e di cui spesso si interroga (sulle motivazioni) e che, certamente, rimane con delle domande. La mia prima e più forte è: perché proprio questa storia e che senso ha raccontarla nel 2017? Una storia interminabile, lentissima, straziante per narrare la vita di un uomo costretto a a demolirsi, rinnegarsi e poi convivere con quanto ha fatto. E noi insieme a lui. Si poteva certamente sforbiciare; sui toni e modi non discuto, la ricostruzione è magistrale;
- Andrew Garfieldall'inizio non mi convinceva, ma devo dire che la sua performance cresce durante la narrazione, per arrivare ad esplodere nel momento del colloquio con il finalmente ritrovato Ferreira (Liam Neeson) che, praticamente, parlando di ciò che ne è stato di lui predirrà il destino dello stesso Rodrigues (Garfield);
- mi sono spesso chiesto se non ci fossero dei rimandi alla storia di Gesù raccontata nella Bibbia, pur con episodi che coinvolgo personaggi di volta in volta diversi: quando Ichizo, Mokichi e il terzo uomo vengono appesi ai pali in mezzo al mare (3 uomini, 3 costruzioni in legno simili a croci); quando l'eterno pentito Kichijiro tradisce definitivamente Rodrigues - alla terza volta - ricevendo come ricompensa monete d'argento, che non sono 30 denari, ma 300...; quando alla fine Rodrigues rinnega la sua fede e calpesta l'immagine cristiana e a quel punto si è fatta l'alba. Senza contare tutte le persecuzioni e torture che mettono in pratica contro i cristiani i buddisti giapponesi, sorta di novelli romani;
- in certe scene, soprattutto all'inizio quando i due preti sbarcano sulle coste del giappone, le immagini mi hanno ricordato il film di Garrone "Il racconto dei racconti";
- mancando praticamente la colonna sonora, mi hanno molto colpito i suoni, i rumori e comunque l'attenzione dedicata ai particolari legati al suono, come gli zoccoli dei cavalli nel fango. Inoltre ho trovato in linea con la storia e l'ambientazione la scelta dei titoli di coda accompagnati dal rumore del vento, le onde del mare, le cicale,...;
- la punizione che la storia riserva al suo protagonista mi è parsa in linea con la cultura giapponese: costretto alla conversione totale, trasformato in sibolo, monito e promemoria per la sua comunità, la punizione del prete cattolico che voleva portare la sua religione allo straniero è quella di venire egli stesso costretto alla conversione, rinnegando se stesso e tutto ciò che è stato per venire inserito all'interno della società locale, assorbito dal mondo estraneo, dovendo così convivere con la consapevolezza di aver tradito le proprie convinzioni e il suo credo. La tortura non è fisica, ma è un fardello da portare per tutta la vita.
Dunque un titolo complicato che si discosta molto dalle ultime produzioni molto mainstream di Scorsese che, nonostante tematiche non certo semplici, preferiva comunque toni più ritmati. Nel caso di "Silence", l'ambientazione, le tematiche e la concezione dell'opera hanno portato ad un risultato finale complesso e pesante, violentissimo e paradossalmente particolarmente statico, anche se nel complesso non mi pento di aver dato una chance a questa pellicola. E' stata davvero un'esperienza totale, un'immersione in un tempo e mondo lontanissimi, una richiesta di sottomissione ad un linguaggio cinematografico totalmente distante, eppure un lavoro efficace, feroce e difficile da dimenticare. Probabilmente una visione che non ripeterò mai, ma di sicuro indimenticabile.
Ps. Candidato ad un solo premio Oscar (Miglior fotografia) nonostante fosse dato tra i favoriti a fare incetta di nomination.
Cast: Andrew Garfield, Adam Driver, Tadanobu Asano, Ciarán Hinds, Liam Neeson, Issey Ogata, Shinya Tsukamoto, Yoshi Oida, Yōsuke Kubozuka.
Box Office: $14.1 milioni
Consigli: Per tutti i fan di scorsese e/o del cast, per chi cerca una vera e propria esperienza da fare, però, solo se veramente motivati e pronti alle 2h e 41min di full immersion cinematografica. Altrimenti meglio un altro film.
Parola chiave: Ugly woman.

Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

Nessun commento:

Posta un commento