venerdì 30 settembre 2016

Film 1218 - Suicide Squad

Ammetto che non smaniassi per vederlo, ma effettivamente bisognava farsi un'idea su quello che era uno dei titoli più attesi non solo di questa estate, ma di tutto il 2016.

Film 1218: "Suicide Squad" (2016) di David Ayer
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Due impressioni convivono nel mio giudizio relativamente a questa pellicola. La prima è che, visto tutto il marasma mediatico che si è venuto a creare, "Suicide Squad" non è poi così terribile come in molti hanno sentenziato; la seconda è che, per essere un film da 175 milioni di dollari, con un cast fantastico ed avendo un franchise avviato alle spalle, "Suicide Squad" è un film insufficiente e forse un po' inutile.
La DC Extended Universe è al suo terzo appuntamento cinematografico, dunque ci può stare che la rotta intrapresa necessiti di essere rivista di titolo in titolo e anche se sì, un miglioramento rispetto al precedente, pesantissimo Batman contro Superman c'è stato, non siamo comunque di fronte ad un titolo in grado di mantenere le enormi aspettative generate dall'incessante campagna promozionale.
Non basta promettere per l'ennesima volta l'appuntamento con i prossimi supereroi (di nuovo Batman, poi The Flash e Aquaman), come non basta affidare tutto l'aspetto comico a Harley Quinn (Margot Robbie) o calcare la mano sulla pericolosità di tutti gli individui chiamati in causa (quando poi nel finale si rinsalda la tradizione dei soliti cliché) o fare leva sulla loro irresistibile, violenta follia: la storia non riesce comunque a presentarsi come qualcosa di unitario e coeso, né ad allontanare un certo senso di incompletezza.
Già dalla presentazione dei vari, troppi personaggi ci si accorge che non c'è unità. Ognuno ha un suo universo, una sua storia e un suo racconto di cui, però, qui è presentato solo l'elemento funzionale alla vicenda; è come se ognuno restasse nella gabbia in cui era rinchiuso e anche se di fatto ne uscirà, la sensazione è che rimangano confinati in una propria dimensione non coesa alle altre. Questo aspetto si riflette inevitabilmente sulla storia che, dunque, non solo non amalgama, ma in aggiunta non approfondisce nulla. Rimaniamo sulla superficie e assistiamo più che altro ad uno sfoggio molto gratuito di una certa auto-conclamata violenza. Della serie: sì, ok, siete molto, molto cattivi. E quindi?
In aggiunta - e nel caso di un film così pop e alla ricerca di iconicità non è poco - la regia non riesce a consegnare un'esperienza indimenticabile. Ci sono gli effetti speciali e le prodezze dei personaggi per stupire chi guarda, ma non la visione di chi ha diretto. In questo senso credo si noti ampiamente la differenza tra l'ultimo prodotto di Zack Snyder (i titoli di testa di "Batman v Superman: Dawn of Justice" sono davvero belli) e quello qui proposto da Ayer. Ed è davvero un peccato perché in fin dei conti una visione e una rappresentazione più audaci avrebbero sicuramente aiutato a migliorare il risultato finale. A proposito di questo, tra l'altro, mi sento di dire senza timore di ripercussioni (ahah!) che "Suicide Squad", per tutta una serie di motivi di cui forse gli effetti speciali sono il più rappresentativo, mi ha ricordato l'ultimo "Ghostbusters". Il che non è necessariamente un bene: dove per le acchiappafantasmi non era richiesto un eccesso di realismo (giocando più che altro su comicità, effetto nostalgia e una rappresentazione dei vari mostri quasi da cartone animato), qui la legittimazione di un universo malavitoso, pericoloso e violento passava anche attraverso la scelta di stile che, a mio avviso, tradisce una certa incoerenza tra messaggio trasmesso e risultato finale presentato. Cara Delevingne sembra una bambolina vodoo indemoniata, ma a conti fatti non fatico ad immaginarmela fianco a fianco con Slimer.
Ciò detto, per quanto la delusione ci sia stata (ma me l'aspettavo, forse è questa la differenza), ho trovato comunque godibile l'esperienza. No, non mi ha esaltato come non sono rimasto particolarmente folgorato dall'interpretazione di Jared Leto - che ritengo un po' sopravvalutato -, ma in ogni caso è almeno una storia su qualcosa di buono. Gli antieroi che si aggiudicano un film tutto loro facendo i cattivi e sono perfino visti in chiave positiva sono pochi, per cui ogni tanto fa piacere cambiare punto di vista. Che poi si tradiscano a metà è un'altra cosa...
In definitiva, comunque, "Suicide Squad" è il classico così così: non ti ha soddisfatto, ma non puoi nemmeno dire che sia stato tutto tempo perso.
Film 658 - L'uomo d'acciaio
Film 1127 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1128 - Batman v Superman: Dawn of Justice
Film 1218 - Suicide Squad
Film 2042 - The Suicide Squad
Film 1392 - Wonder Woman
Film 1640 - Wonder Woman
Film 1708 - Aquaman
Film 1459 - Justice League
Film 2019 - Zack Snyder's Justice League
Cast: Will Smith, Jared Leto, Margot Robbie, Joel Kinnaman, Viola Davis, Jai Courtney, Jay Hernandez, Adewale Akinnuoye-Agbaje, Ike Barinholtz, Scott Eastwood, Cara Delevingne, Ben Affleck, Ezra Miller, Karen Fukuhara, Adam Beach, Jim Parrack, Common, David Harbour.
Box Office: $731.3 milioni
Consigli: Si poteva certamente fare di più. In ogni caso è film che si lascia guardare, pur non adatto a tutti i palati. Scurrile, violento e certamente molto blockbuster (anche se forse è più il secondo tempo che si adatta ai canoni), "Suicide Squad" carica chi guarda di aspettative e proposte sovversive, per poi piegarsi ai classici dettami mainstream. Da questo punto di vista è certamente un'occasione persa. Poi capisco che per i fan della DC Comics sia grasso che cola...
Parola chiave: Sconto sulla condanna.

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mercoledì 28 settembre 2016

Film 1217 - Casablanca

Era da molto tempo che volevo rivederlo, così ne ho approfittato non solo per rinfrescarmi la memoria, ma anche per recuperare un classico nella sua versione originale.

Film 1217: "Casablanca" (1942) di Michael Curtiz
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quando si dice un vero capolavoro.
Sarà il fascino del bianco e nero, la visione in inglese, la bravura e bellezza della Bergman, il magnetismo di Bogart, il contesto esotico o la mano di Curtiz, sarà che tutti questi elementi insieme concorrono a creare qualcosa di magico, irripetibile... di fatto "Casablanca" è un film bellissimo.
Carica di un'atmosfera speciale che spazia dall'avventura al romantico, dal politico impegnato al patriottismo, dall'affresco storico alle trame classiche dello spionaggio in stile Hitchcock, questa pellicola è in grado ancora oggi di appassionare lo spettatore che ne segue gli sviluppi rapito e non può fare a meno di soffermarsi su certi dettagli - il viso della Bergman, così candido; i profili nella scena finale; il gioco di luce e ombra spesso messo in gioco - che rendono l'esperienza "Casablanca" indimenticabile. Tra l'altro mi sconvolge pensare che una storia così fortemente antifascista sia riuscita ad essere prodotta e realizzata a così poco tempo dagli orrori della seconda Guerra Mondiale, nonostante l'ambientazione qui sia la guerra stessa e plausibilmente la sensibilità comune potesse essere ancora piuttosto scossa dai fatti.
In ogni caso, questo è un vero e proprio classico della cinematografia, prodotto giustamente di culto in grado ancora oggi di essere bello da vedere e da seguire, capace di costruire una suspense che dura fino alla scena dell'addio (tra l'altro bellissime musiche!) e lasciare allo spettatore una serie di scene indimenticabili che, non a caso, fanno ancora oggi parte del nostro patrimonio culturale. Se questo non rende "Casablanca" un film speciale, non so cosa potrebbe.
Ps. Candidato a 8 premi Oscar, ne ha vinti 3: Miglior film, regia e sceneggiatura.
Film 1217 - Casablanca
Film 1996 - Casablanca
Cast: Humphrey Bogart, Ingrid Bergman, Paul Henreid, Claude Rains, Conrad Veidt, Sydney Greenstreet, Peter Lorre, John Qualen, Marcel Dalio, Corinna Mura.
Box Office: $3.7 milioni
Consigli: Bellissimo, con un cast pazzesco e diretto con classe, "Casablanca" è l'esempio di cult per antonomasia insieme a pochi altri titoli. Direi senza ombra di dubbio imperdibile: si tratta di un prodotto di qualità, oltre che una parte importante della storia del cinema classico. Insomma, da vedere e rivedere.
Parola chiave: Letters of transit.

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martedì 27 settembre 2016

Film 1216 - Nella casa

Caldamente suggerito da Poe, visto il trailer mi sono lasciato convincere!

Film 1216: "Nella casa" (2012) di François Ozon
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Intrigante e davvero ben realizzato, questo film è un'intelligente sorta di esperimento, un viaggio all'interno di non pochi meccanismi mentali e sociali.
Complesso e ben costruito, giocato su atmosfere rassicuranti che, col tempo, si trasformano in morbose, quasi spaventose; un percorso pericoloso sul sottile confine di realtà e finzione e tanto, tanto voyerismo che da una parte lo spettatore (insieme al protagonista) condanna e dall'altra desidera sempre di più. Dunque cosa succede in questa casa?
Meglio non svelare troppo per non rovinare l'effetto sorpresa finale, basti sapere che, tra compagni di scuola, il più intelligente e forse fin troppo adulto osserva e riporta scrupolosamente per iscritto ogni aspetto legato alla famiglia del compagno cui da ripetizioni. Non importa che siano dinamiche familiari, annotazioni personali o descrizione di ambienti, il risultato è una sorta di occhio privilegiato all'interno del micromondo medio-borghese di una qualunque famiglia francese, via via alterato dalla presenza invadente del giovane Claude (Ernst Umhauer) che non tarderà ad intromettersi. Sul finire della storia, poi, il suo professore (Fabrice Luchini) - che inizialmente lo incoraggia -, tenterà di fermare e far ragionare il ragazzo, con risultati inattesi.
Insomma, "Dans la maison" è una pellicola veramente riuscita, capace di mantenere le aspettative generate e lasciare lo spettatore non solo soddisfatto, ma anche magneticamente incollato allo schermo mentre si svolge la storia. Ottimo il cast, soprattutto nel presentare il confronto tra due protagonisti opposti eppure perfettamente assortiti (professore e alunno inquietante), regia discreta eppure apertamente invadente e una storia che è un piccolo gioiellino. Da non perdere, davvero!
Ps. Candidato a 6 premi César tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura.
Cast: Fabrice Luchini, Kristin Scott Thomas, Emmanuelle Seigner, Denis Menochet, Ernst Umhauer.
Box Office: $18.3 milioni
Consigli: Interessante, ben diretto e recitato, con una grande storia a reggere tutto il film, "Nella casa" riesce ad essere al contempo inquietante e magnetico. Impossibile non rimanere rapiti dalla narrazione, non chiedersi come evolveranno le varie situazioni e cosa, irrimediabilmente, andrà storto, tutto a vantaggio di un racconto in grado di trattenere l'interesse di chi guarda dall'inizio alla fine, lasciando tra l'altro molto soddisfatti. Insomma, una pellicola riuscita, un titolo da tenere presente quando si cerchi una pellicola che della sua storia fa il suo più grande pregio.
Parola chiave: Talento.

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venerdì 23 settembre 2016

Film 1215 - 2 Fast 2 Furious

Ed ecco il secondo, rombante capitolo di una saga che ancora non mi ha saputo conquistare...

Film 1215: "2 Fast 2 Furious" (2003) di John Singleton
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Senza troppi giri di parole, la saga non mi ha convinto nemmeno con questo secondo, turbinoso giro. Gran caos di rombate, sterzate e inchiodate, "2 Fast 2 Furious" non riesce comunque a realizzare l'unico intento che un film dovrebbe avere: raccontare una storia.
C'è sicuramente molta azione, molte macchine e molta velocità, ma la strafottenza di un franchise che a parte il pomparsi sotto ogni profilo altro non sa fare, lascia quegli spettatori non particolarmente interessati allo spettacolo proposto, senza un qualsiasi motivo di interesse.
Film 1210 - Fast and Furious
Film 1228 - The Fast and the Furious: Tokyo Drift
Film 1256 - Fast & Furious - Solo parti originali
Film 1350 - Fast & Furious 5
Film 1355 - Fast & Furious 6
Film 1365 - Fast & Furious 7
Film 1456 - Fast & Furious 8
Cast: Paul Walker, Tyrese Gibson, Eva Mendes, Chris "Ludacris" Bridges, Devon Aoki, James Remar, Thom Barry, Cole Hauser.
Box Office: $236.3 milioni
Consigli:
Parola chiave: Carter Verone.

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mercoledì 21 settembre 2016

Film 1214 - Paradise Beach: Dentro l'incubo

Non vedevo l'ora di vederlo!!!

Film 1214: "Paradise Beach: Dentro l'incubo" (2016) di Jaume Collet-Serra
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe, Erika, Jessica, Carlo
Pensieri: Ho ricevuto considerazioni discordi relativamente a questa pellicola, un mix di "mi è piaciuto perché..." e di "non succede niente per tutto il film" che di fatto ha sdoppiato il mio punto di vista. Che, lo dico subito, è ampiamente positivo.
Il fatto è questo: "The Shallows" solletica la mia personale fobia per il mare aperto e, ancora di più, degli squali, motivo per cui ho trovato il film particolarmente efficace quando si tratta di mettere ansia e non poca paura. D'altro canto, non si può non rilevare una certa monotonia alla "Cast Away" con, addirittura!, un baratto del celebre pallone Wilson per un acciaccato gabbiano scampato alle fauci della belva. Le due nature pro-e-contro la storia convivono, anche se devo dire che su di me l'ansia per un possibile attacco a sopresa ha di gran lunga sorpassato un possibile tedio da sovraesposizione di Blake Lively. Quindi sì, c'è sempre lei e c'è sempre e solo il mare, ma secondo me non si può dire che la pellicola non riesca ad imbastire un ritmo in grado di smorzare la monotonia. In aggiunta, la buona dose di suspense e non mostrato è sfruttata a dovere dalla storia e aiuta a sopperire ad una mancanza degli effetti speciali, non sufficientemente convincenti (del resto il budget è di "appena" 17 milioni di $). Per carità, lo sforzo è apprezzabilissimo, ma non c'è una chance che lo squalo passi per vero.
Al di là di questo, comunque, "Paradise Beach: Dentro l'incubo" è un buon thriller estivo, perfettamente in grado di tenere alta la tensione per tutta la sua durata. Certo, bisogna abbandonare una buona dose di plausibilità e far finta che sia possibile che una balena morta in mezzo al mare richiami un unico gigantesco squalo bianco affamatissimo che, oltre a sfamarsi della carcassa, decide scentemente di attaccare qualsiasi forma vivente in acqua nonostante la plausibile sazietà; per non parlare della vera e propria caccia all'uomo ingaggiata dalla bestia quando basterebbe cibarsi della solitaria balena; seza contare - e qui chiudo - che dopo tanto spargimento di sangue sarebbe stato credibile immaginare l'arrivo di almeno un altro squalo...
In ogni caso, abbandonando appunto certe perplessità, il film regala una buona dose di emozioni forti. Le disavventure della protagonista sono un pugno nello stomaco, una vera e propria montagna russa anche per chi guarda e, in definitiva, si torna a casa esattamente con ciò che ci si aspettava di trovare: molta ansia, molto spavento e una radiografia completa della bella Blake.
Film 1214 - Paradise Beach: Dentro l'incubo
Film 1752 - The Shallows
Cast: Blake Lively, Óscar Jaenada, Brett Cullen, Sedona Legge, Angelo José, José Manuel Trujillo Salas, Pablo Calva, Diego Espejel, Janelle Bailey.
Box Office: $116.1 milioni
Consigli: Non efficace quanto "Lo squalo" - la locandina italiana scelta mi pare omaggiarlo -, ma sufficientemente riuscito da lasciare soddisfatti, "The Shallows" vive sulle spalle della protagonista Blake Lively che si dimostra in grado di produrre una performance credibile e, soprattutto, in solitaria. Il misto di glam, bellezza, remake spirituale e thriller dalle venature horror che possiede questo prodotto è capace di solleticare numerosi palati, così da materializzare in sala spettatori un po' di ogni genere, che forse un po' è stata la forza di tutta questa operazione. Un film non per tutti, ovviamente, ma per chi apprezza direi che si tratta di un titolo valido.
Parola chiave: Boa.

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martedì 20 settembre 2016

Film 1213 - Assassinio sull'Orient Express

Ho comprato il dvd già da un po' e attendevo solo l'occasione giusta per godermi di nuovo la visione di questo film!

Film 1213: "Assassinio sull'Orient Express" (1974) di Sidney Lumet
Visto: dal computer portatile
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Cast eccezionale, storia misteriosa, location affascinante per un film che è un piccolo capolavoro moderno, per la regia del grande Sidney Lumet. Insomma, un caso vero e proprio.
Tratta dal celebre romanzo omonimo di Agatha Christie, la pellicola si confronta con l'omicidio di un passeggero del famoso Orient Express, oggi decaduto esempio di ostentata classificazione sociale oltre che ricordo di un tempo in cui l'accessibilità a un certo tipo di mondo stava tutta nell'appartenenza ad un "rango". Da un certo punto di vista provoca un notevole effetto nostalgia.
Nel complesso "Murder on the Orient Express" è davvero un ottimo film, particolarmente intrigante e disturbante al contempo, capace di notevole intrattenimento nonostante un linguaggio cinematografico arcaico rispetto al nostro e un'ambientazione che definirei necessariamente monotona. Il mix di grandi attori, indagine, interrogatori, ricostruzioni e speculazioni, insieme alla magnifica scena finale di gruppo, regala allo spettatore un grande spettacolo filmico in grado di arrivare ancora oggi in tutta la sua forza e barocca opulenza.
Ps. Candidato a 6 premi Oscar, vinse per la Miglior attrice non protagonista (Ingrid Bergman).
Film 172 - Assassinio sull'Orient Express
Film 1451 - Murder on the Orient Express
Cast: Albert Finney, Lauren Bacall, Martin Balsam, Ingrid Bergman, Jacqueline Bisset, Jean-Pierre Cassel, Sean Connery, John Gielgud, Wendy Hiller, Anthony Perkins, Vanessa Redgrave, Rachel Roberts, Richard Widmark, Michael York.
Box Office: £19 milioni
Consigli: Gli amanti del cinema corale e di quelle pellicole datate ma la cui visione non stanca mai, troveranno in questo titolo un perfetto compagno di viaggio. Grande cast e regia, storia morbosamente accattivante e risultato finale che decreta lo status di cult. Da vedere!
Parola chiave: Rapimento.

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lunedì 19 settembre 2016

Film 1212 - La quinta onda

Una scleta un po' casuale, a dire il vero.

Film 1212: "La quinta onda" (2016) di J Blakeson
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: La pretesa post apocalittica è smorzata da toni infantili e da scelte narrative che privilegiano un tipo di target giovanile che di fatto va ad intaccare un risultato finale così più da teen drama che da blockbuster su un futuro distopico.
Questa la premessa della storia, così ben riassunta da Wiki: "Un devastante attacco alieno ha distrutto il pianeta Terra grazie a quattro onde: interruzione di tutti i dispositivi elettrici, terremoti, epidemia del virus dell'aviaria modificato dagli alieni ed risveglio degli alieni che erano stati innestati tempo prima in alcuni umani, impedendo così ogni tentativo di preparazione e resistenza da parte dell'uomo per l'attacco successivo".
Di per sé nemmeno malaccio l'idea di partenza, ma ci si perde ampiamente strada facendo, soprattutto perché la trama è ampiamente intuibile già a metà della storia. In aggiunta, una serie di aspetti ridicoli (come il fatto che la protagonista cerca il fratello e lo incontra, ovviamente, per caso) ed effetti speciali non sempre riusciti confezionano una pellicola mediocre nonostante le buone intenzioni. Che si vede ci sono, visto l'ottimo cast, una produzione che pur non avendo un budget faraonico (35 milioni di $) prova lo stesso a proporre un certo standard qualitativo di immagine e resa finale, ma rimane il fatto che il punto debole qui sia la sceneggiatura: sciocca, concentrata troppo sul romanticismo e i temi adolescenziali. Non che mi aspettassi molto altro, lo ammetto.
Ps. Tratto dall'omonimo romanzo di Rick Yancey.
Cast: Chloë Grace Moretz, Ron Livingston, Nick Robinson, Maggie Siff, Alex Roe, Maria Bello, Maika Monroe, Zackary Arthur, Liev Schreiber, Tony Revolori.
Box Office: $110.7 milioni
Consigli: Tra i vari titoli catastrofici questo non è esattamente il più riuscito. Si lascia guardare, ma questo "The 5th Wave" non è capace di lasciare il segno, nonostante il tentativo. Si vede e si dimentica in frettissima.
Parola chiave: Testa.

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giovedì 15 settembre 2016

Film 1211 - Lights Out: Terrore nel buio

Molte aspettative e tanta voglia di non perdermi questo film al cinema, alla fine sono riuscito a recuperarlo con Erika.

Film 1211: "Lights Out: Terrore nel buio" (2016) di David F. Sandberg
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Premessa intrigante, realizzazione buona, ma risultato finale sotto le aspettative. Non che "Lights Out" sia brutto, per carità, semplicemente visto l'enorme successo di pubblico mi aspettavo qualcosa di più incisivo e originale, mentre di fatto siamo di fronte all'ennesimo prodotto dell'orrore che gioca tutte le sue carte quando si tratta di spaventare con l'effetto improvviso, mancando di contestualizzare e creare la giusta storia per una trama, così, piuttosto vuota.
Tutto gira intorno al personaggio della quasi vampiresca Teresa Palmer che, reduce da un'infanzia turbolenta e un distacco netto dalla famiglia, si ritrova ad aver di nuovo a che fare con madre e fratellastro quando il ragazzino di fatto si rivolge a lei per chiedere aiuto: la mamma sembra comportarsi in modo alquanto strano e non passerà molto che si scoprirà a cosa è dovuto l'evidente squilibrio. Oltre che la mancanza di sonno generale...
Niente di originale, eppure l'idea del demonio che appare solo a luce spenta rimane un espediente in grado di solleticare, oltre che evocare non pochi ricordi suppongo nella mente di tutti. Chi non aveva paura del buio da bambino? Chi non temeva la presenza di qualcuno nascosto sotto al letto? E' proprio su questi elementi che "Lights Out" si concentra maggiormente quando si tratta di spaventare, dimenticosi però di creare tutto il resto. Chi è la misteriosa presenza notturna? Cosa vuole? Perché la luce la fa sparire? Come è possibile la sua esistenza?
Per quanto la pellicola risponda ad alcune di queste domande, il risultato finale presenta comunque una mancanza di approfondimento e spessore della storia che non può non essere deludente per lo spettatore. Si esce dalla sala con la sensazione di un pezzo mancante, un tratto che la sceneggiatura non affronta efficacemente, abbozzando solo superficialmente un flashback che ribadisce solo questo: una bambina indemoniata che diventa un ricordo indemoniato. Sì, ok, ma come, esattamente? No perché non basta essere gemelli del demonio per essere necessariamente dei buoni "cattivi da grande schermo".
Ecco perché, nel complesso, "Lights Out: Terrore nel buio" non mi ha impressionato. Certo, qualche momento spaventoso c'è stato (anche se tutto giocato sui forti rumori e apparizioni improvvise) e da questo punto di vista il film è stato conforme alle mie aspettative, ma in generale il risultato finale mi ha lasciato più deluso che spaventato. A luci spente o meno.
Cast: Teresa Palmer, Gabriel Bateman, Billy Burke, Maria Bello, Alexander DiPersia, Alicia Vela-Bailey, Andi Osho.
Box Office: $141.9 milioni
Consigli: Nella carente stagione estiva 2016 si inserisce questa sorpresa d'incassi e ci ricorda che, ogni tanto, anche un piccolo budget (4.9 milioni di dollari) può regalare grandi soddsfazioni laddove colossali produzioni hanno fallito. Questo il grande merito di una produzione che cavalca ampiamente l'estiva voglia di niente e regala al pubblico proprio questo: nulla. "Lights Out" è una storiella facile che approfitta di tutta una serie di cliché per ricamare sopra alla solita formula horror cui siamo abituati da decenni. Poco male, l'estate è anche questo e a noi non ci importa. Ci fosse stata anche una trama sarebbe stato meglio, ma in ogni caso si tratta di un film che si lascia guardare.
Parola chiave: Lampada UV.

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lunedì 12 settembre 2016

Film 1210 - Fast and Furious

E cominciamo anche questa saga che a quanto pare ha saputo conquistare tutti. Io sono sempre stato scettico, ma avendo dato una chance a tutti e quattro gli orrendi "Twilight", posso permettermi di vedere anche 7 film su delle gare di macchine...

Film 1210: "Fast and Furious" (2001) di Rob Cohen
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: In tutta onestà di questa pellicola le due cose che ricordo più vividamente sono la totale assenza di una trama e l'accigliato sguardo gangsta della per-sempra-Ana-Lucia-di-"Lost" Michelle Rodriguez che evidentemente ricollega l'essere ghetto dentro con l'inarcamento spasmodico del sopracciglio.
A prescindere da questi due elementi che considero i più caratterizzanti di questo primo "Fast & Furious", il risultato finale mi è parso un po' insapore e molto caotico oltre che rumoroso. Poe mi ha assicurato che man mano che il franchise ha prodotto nuovi titoli la situazione è migliorata, quindi attendo fiducioso che le cose si facciano più interessanti. Per il momento possono essere furiosi e veloci quanto vogliono, il risultato finale è un film inutile.
Film 1215 - 2 Fast 2 Furious
Film 1228 - The Fast and the Furious: Tokyo Drift
Film 1256 - Fast & Furious - Solo parti originali
Film 1350 - Fast & Furious 5
Film 1355 - Fast & Furious 6
Film 1365 - Fast & Furious 7
Film 1456 - Fast & Furious 8
Cast: Vin Diesel, Paul Walker, Michelle Rodriguez, Jordana Brewster, Rick Yune, Chad Lindberg, Ja Rule.
Box Office: $207.3 milioni
Consigli: Macchine e proprietari pompati a mille, donne cazzute, agenti sotto copertura e il piede su un acceleratore che da 0 arriva ad infinito. Le gare fracassano i timpani, la recitazione è imbarazzante e in definitiva si tratta di un lavoro neppure sufficiente. Per appassionati, davvero.
Parola chiave: Camion.

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domenica 11 settembre 2016

Film 1209 - Grimsby - Attenti a quell'altro

Qualche tempo fa a pranzo non sapevo cosa guardare e lo streaming mi ha fornito gentilmente l'ispirazione!

Film 1209: "Grimsby - Attenti a quell'altro" (2016) di Louis Leterrier
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Bruttino e stupido, eppure qualche volta si ride. Non andrei molto oltre nella descrizione di questo "Grimsby", pellicola che riesce a mettere insieme la commedia più bassa a un budget che le consente non pochi effetti speciali e una produzione da vero film d'azione.
Cast stellare, la regia di Leterrier che di azione ne sa qualcosa ("Scontro tra titani", "L'incredibile Hulk", "Transporter: Extreme", "Danny the Dog", "The Transporter"), molta comicità fisica e una specie di clone di Borat e Ali G in versione action che è davvero irritante quanto imbecille, per un mix finale che non è sufficiente esattamente come i capelli corti sfoggiati da Penélope Cruz.
Cast: Sacha Baron Cohen, Mark Strong, Rebel Wilson, Penélope Cruz, Isla Fisher, Gabourey Sidibe, Annabelle Wallis, Ian McShane.
Box Office: $25.2 milioni
Consigli: Rebel Wilson in gran forma, Sacha Baron Cohen e Mark Strong la stranissima coppia, molta violenza e scene d'azione alla "Hardcore!", una comicità becera anche se a tratti divertente, per un risultato finale che è molto sotto le aspettative. Poteva essere esilarante e dissacrante, ma è solo tanto rumore per nulla. Si può vedere, anche se non piacerà a tutti.
Parola chiave: Missili.

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venerdì 9 settembre 2016

Film 1208 - Hello, My Name Is Doris

Avevo già provato a cercarlo in internet, ma non avevo trovato nulla. Poi un giorno, per caso, lo streaming mi ha fatto questo bel regalo!

Film 1208: "Hello, My Name Is Doris" (2015) di Michael Showalter
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
Pensieri: Il titolo è tremendo, ma il film tutto sommato non è male. Certo, praticamente il merito va alla magnifica protagonista Sally Field, ma questo poco importa perché quando c'è lei, tutto è più magico!
Non so come faccia l'attrice a riciclarsi, riadattarsi, rinnovarsi continuamente e con tale disinvoltura. Alla non trascurabile età di 69 anni, la Field appare qui in abiti coloratissimi e succinti - che dovrebbero insegnare a Desigual una bella lezione di stile - e, tra tutte le fragilità e l'infantile predisposizione del suo personaggio, sembra una ragazzina! Certo il trucco farà il suo sporco dovere, ma è innegabile che la donna possieda un'aura personale di costante giovinezza e freschezza veramente poco comune.
Perfetta, quindi, per il ruolo di Doris, zitella moderna che sembra sempre mal collocata all'interno del mondo in cui vive: abiti appariscenti (pur rigorosamente aderenti ad uno stile personalissimo) e acconciature retrò, nessun uomo nella sua vita da almeno un trentennio e vita passata ad accudire la madre, l'ossessione per l'accumulo di oggeti, un lavoro derivato dalla fusione della sua società società e una totale inesperienza nei confronti dei social media.
In questo quadro si inserisce la nuova ossessione di Doris per il giovanissimo collega John (Max Greenfield), l'unico di tutto l'ufficio a dare una chance alla donna, il che verrà immancabilmente da lei mal interpretato. Man mano che il tempo passa i due entrano sempre più in confidenza e, dove da una parte questo sembra confermare sentori di un amore appena sbocciato, dall'altra sono le basi di una piacevole, inusuale amicizia. Inutile dire che le cose si complicheranno.
Come si diceva prima, dunque, "Hello, My Name Is Doris" vive dell'interpretazione della sua attrice principale. In una storia che presenta snodi narrativi così usuali, sarebbe stato facile perdere di vista la pellicola di Showalter, non fosse stato per la presenza della Field. A lei il merito di caratterizzare un prodotto altrimenti standard nel panorama delle produzioni indipendenti grazie a un talento veramente istrionico e un lavoro sul personaggio che merita l'attenzione che i media e la critica le hanno riservato. In definitiva, quindi, è Sally Field che salva Doris e noi spettatori non possiamo che esserle grati.
Cast: Sally Field, Max Greenfield, Beth Behrs, Wendi McLendon-Covey, Stephen Root, Elizabeth Reaser, Natasha Lyonne, Tyne Daly, Rebecca Wisocky, Rich Sommer.
Box Office: $14.6 milioni
Consigli: Bizzarro, talvolta simpatico e non di rado triste, "Hello, My Name Is Doris" è un film sufficientemente piacevole da valere la visione. Sally Field fa tutto il lavoro e anche quando la trama le impone di comportarsi da sedicenne ormonale, l'attrice trova il modo di cucire l'incoerenza all'anima del suo personaggio. Un lavoro non da poco che da solo rende interessante questo "Hello, My Name Is Doris". Poi sì, un tantino di originalità in più sarebbe stata gradita - nello specifico quel tipo di originalità che non si esprima attraverso stramberie comportamentali -, ma nel complesso non ci si pente di aver dato una chance a questa pellicola.
Parola chiave: Solitudine.

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mercoledì 7 settembre 2016

Film 1207 - Il momento di uccidere

Alla ricerca di una valida alternativa serale, sono approdato a questo film grazie alla proposta thriller di Netflix, rinnovando il mio incondizionato amore per la piattaforma di streaming a pagamento.

Film 1207: "Il momento di uccidere" (1996) di Joel Schumacher
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Premesso che Sandra Bullock è la prima nell'elenco dei nomi degli attori ma appare solo in metà film e che, di fatto, la storia presenta le stesse caratteristiche-fotocopia di ogni altro libro o film di Grisham cui mi sia approcciato, "Il momento di uccidere" rimane comunque un prodotto piacevole nell'universo dei legal thriller made in USA.
Il pretesto è crudele: una bambina di colore viene rapita e stuprata quasi a morte da due giovani razzisti in uno Stato americano del sud dal passato pericolosamente contro le persone di colore, il Mississippi.
Riportata dalla sua famiglia, la bambina non faticherà ad identificare i suoi aggressori, cosicché i due verranno arrestati e assicurati a una giustizia che ne disporrà prontamente un processo che non vedrà mai la luce: il padre di Tonya, Carl (Samuel L. Jackson), si farà giustizia da solo uccidendo entrambi i giovani addirittura davanti alla folla riuniatasi in tribunale il giorno dell'udienza. Davanti a un tale numero di testimoni e un crimine così violento, sembra scontata la condanna del padre che, in ogni caso, assume il giovane avvocato Jake (Matthew McConaughey) e si dichiara non colpevole. Da qui, la storia racconterà l'esperienza del processo e le ripercussioni che l'evento avrà non solo sulla comunità - che vedrà addirittura riesumato il Ku Klux Klan -, ma anche sulle vite degli individui coinvolti.
Come dicevo all'inizio, "A Time to Kill" è un thriller dai caratteri giudiziari che funziona, pur riproponendo una buona dose di temi cari al suo autore. Non manca il giovane avvocato di provincia a cui viene affidato il caso più difficile della storia di quella comunità (e tendenzialmente lo vince); non manca l'aiutante-spalla che per un motivo o per un altro non può esercitare la professione; non manca l'ingognita della giuria, da influenzare quando non direttamente ricattare; non manca il tema razziale; non manca l'amata da proteggere o salvare. Questi, e non solo, gli elementi che ho riscontrato particolarmente simili ad altri già presenti nelle storie di Grisham come "L'uomo della pioggia", "La giuria", "Il cliente", "Il rapporto Pelican" o il libro "L'ex avvocato".
Volendo abbandonare per un attimo la prospettiva "alla Grisham", è chiaro che si tratta di un sistemico problema se non del famoso scrittore, quantomeno di un'industria cinematografica che, pur di inseguire un successo certo, non teme di riproporre al suo pubblico sempre la stessa identica idea. Non contano le varianti, il nucleo è sempre lo stesso e chi non apprezza il genere o l'opera da cui è tratto il film, faticherà ad appassionarsi a un titolo come questo. Siamo nell'ottica del visto uno visti tutti.
Se, invece, si tiene ben presente a quale tipo di prodotto siamo di fronte (e l'anno in cui è stato realizzato), ammetto che si possa godere della visione di questa pellicola non perfetta, ma con tre carismatici protagonisti, un processo avvincente e un verdetto che è un happy ending tanto desiderato quanto utopistico.
Ps. Candidato a un Golden Globe per la performance di Samuel L. Jackson come Miglior attore non protagonista.
Cast: Sandra Bullock, Samuel L. Jackson, Matthew McConaughey, Kevin Spacey, Brenda Fricker, Oliver Platt, Charles S. Dutton, Ashley Judd, Patrick McGoohan, Donald Sutherland, Chris Cooper, Kiefer Sutherland.
Box Office: $152 milioni
Consigli: Chi ama i romanzi di Grisham e/o le pellicole tratti da essi, non mancherà di apprezzare anche questo "A Time to Kill", un thriller dai toni drammatici che vive delle performance dei suoi protagonisti e di una storia ricca di accadimenti. Per gli altri, meno appassionati della combo Grisham-legal thriller, il risultato finale potrebbe risultare ampiamente copia-incollato da una qualunque delle altre storie del famoso autore, pur rappresentando un dignitoso esempio del filone cinematografico di riferimento. In ogni caso, per una serata che richieda qualche emozione forte e non poco gergo legale, "Il momento di uccidere" è un ottimo candidato.
Parola chiave: Legittima Suspicione.

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Bengi

martedì 6 settembre 2016

Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation

Poe non lo aveva visto e voleva recuperarlo. Chi sono io per non accontentarlo?

Film 1206: "Mission: Impossible - Rogue Nation" (2015) di Christopher McQuarrie
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Questa seconda visione casalinga ha rafforzato il ricordo positivo di questo quinto "Mission: Impossible", capitanato dal sempre scatenatissimo Tom Cruise e ben calibrato da una squadra di comprimari coi fiocchi, tra cui spicca il non convenzionale fascino di Rebecca Ferguson, già assoldata per il sesto, imminente capitolo.
La formula adrenalinica è sempre la sesta, anche se all'interno della storia sono stati inseriti numerosi elementi di "disturbo", per un collaterale d'azione che non manca di stupire lo spettatore, oltre che caricarlo di non pochi stimoli disorientanti. E' con questo secondo approccio al film, infatti, che ho meglio assemblato l'idea generale del prodotto "Mission: Impossible - Rogue Nation", compatto e ben architettato, tenuto insieme parzialmente da un gruppo di personaggi ricorrenti e, al contempo, una trama che, meglio concepita nel tempo, adesso non si slega dal passato e, anzi, non disdegna l'episodicità tipica del franchise cinematografico e della serie televisiva.
In definitiva un ottimo prodotto commerciale, perfetto nelle scene d'azione, evocativo quanto basta - il tema musicale non manca mai - e in grado di intrattenere alla perfezione. Il rilancio della saga è perfettamente riusciuto.
Film 1005 - Mission: Impossible
Film 1027 - Mission: Impossible II
Film 1049 - Mission: Impossible III
Film 409 - Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Film 1058 - Mission: Impossible - Protocollo fantasma
Film 1012 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1206 - Mission: Impossible - Rogue Nation
Film 1672 - Mission: Impossible - Fallout
Film 1747 - Mission: Impossible - Fallout
Film 2205 - Mission: Impossible - Dead Reckoning Part One
Cast: Tom Cruise, Simon Pegg, Jeremy Renner, Rebecca Ferguson, Ving Rhames, Sean Harris, Alec Baldwin, Tom Hollander, Simon McBurney.
Box Office: $682.3 milioni
Consigli: Perfattemente fruibile sia che si conosca già la cronologia della saga, sia che vi si approcci per la prima volta, "Rogue Nation" è un prodotto d'azione dei nostri tempi perfettamente inserito nel contesto attuale. Divertente, velocissimo e molto adrenalinico, con una gamma di esplosioni, sparatorie e colpi di stato che nella vita vera porterebbero necessariamente ad un terzo conflitto mondiale, questo film è perfetto veicolo di emozioni forti nonché il candidato ideale per una serata che sappia anche di avventura. Uno dei migliori episodi su Ethan Hunt di tutta la saga (ma il primo è insuperabile).
Parola chiave: Il Sindacato.

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Bengi

lunedì 5 settembre 2016

The 21st Century's 100 greatest films by BBC

«[...] we, the editors of BBC Culture, decided to commission a poll of critics to determine the 100 greatest films of the 21st Century. Last year, we asked critics to name the greatest American films of all time, and we were surprised that only six films made since 2000 made the top 100. Is there a feeling that time sanctifies a classic? Perhaps. But this time, we wanted to prove that this century has given us films that will stand the test of time, that you will continue to think about and argue about if only you give them a chance and watch them.»
Do you agree with BBC Culture's top 10 list?

Ecco la lista dei 10 migliori film del XXesimo secolo secondo la BBC Culture che, così piacevolmente, i ragazzi di Stampaprint hanno riassunto in immagine. L'elenco per esteso comprende ben 100 titoli (lo trovate qui), ma se vi accontentate delle posizioni principali, l'immagine qui sotto è ben più che esaustiva oltre che bella da vedere!
Voi condividete?














































































Bengi
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venerdì 2 settembre 2016

Film 1205 - La notte del giudizio - Election Year

Non ero troppo ansioso di vedere questa pellicola, più che altro perché fa parte di un genere che è in grado di lasciarmi sempre una certa dose di inquietudine addosso. Però avevo già visto i primi due film della serie e, inoltre, Poe era molto motivato a vederlo, quindi non potevamo lasciarcelo sfuggire.

Film 1205: "La notte del giudizio - Election Year" (2016) di James DeMonaco
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Poe
Pensieri: Dopo il precedente "Anarchia - La notte del giudizio", devo dire che questo film me lo aspettavo più ansiogeno. In realtà si tratta dell'azzardo più evidente di tutta la trilogia fino a qui realizzata, molto più concentrato sul fronte politico e impegnato a dare una contestualizzazione di fondo che agli altri capitoli mancava. Da questo punto di vista, quindi, il film si contraddistingue in positivo, riuscendo tra l'altro a mettere in discussione gli stessi presupposti su cui tutta questa storia si basa: lo Sfogo ha ancora motivo di esistere o è solo un violentissimo espediente per tenere a bada le masse?
Per estensione potremmo chiederci se "The Purge: Election Year" abbia sul serio qualcosa da dire o non sia semplicemente l'ennesimo modo per farci tirare fuori i soldi dal portafoglio. Da questo punto di vista direi che ci troviamo di fronte al più debole dei tre capitoli sul fronte della violenza e della carneficina, il che non è necessariamente un male anche se porta a un leggero fuori rotta per la serie.
A parte ciò, mi pare che un vero problema qui stia nella scelta di alcuni attori, oltre che l'intuile presenza di certi personaggi, il gruppo di ragazze prima di tutti; tra queste, Brittany Mirabile è la peggiore e mi ha lasciato brividi di imbarazzo ogni volta che ha mosso il sopracciglio come una "vera" bad girl metropolitana. Terribile.
E' proprio questo sovraffollamento di inutili comparse che fa perdere un po' di vista la strada da percorrere, a mio avviso. Una volta che si è deciso per lo scenario politico e la contestualizzazione pseudo impegnata, è superfluo farcire la storia di ragazzacce che vogliono uccidere il proprietario di un negozio solo per mangiarsi una merendina. Oltre che un estremamente banale sfoggio di una cieca violenza che sa davvero di già visto e non lascia scioccato nessuno.
Quando si tratta dei due protagonsti, invece, la storia funziona molto meglio e dà non pochi spunti su cui poter, a tempo perso, riflettere. L'estrema circostanza narrata dalla vicenda consente comunque una pur superficiale analisi di uno scenario sociale spaventoso, eppure non impossibile da immaginare. La casta che soffoca i più deboli attraverso falsi strumenti di gratificazione, il culto elitario del potere che vive attraverso pagani rituali, l'ascendente dei media e del messaggio che possono veicolare sono tutte tematiche qui, appunto, estremizzate anche se non così lontane da possibili eventualità.
In ogni caso questo "The Purge 3" non mi ha totalmente soddisfatto e forse tutta la saga, primo capitolo a parte, non mi vede troppo entusiasta. L'idea di partenza riesce sempre a stuzzicarmi e di volta in volta sono curioso di scoprire cosa andrà ad affrontare la sceneggiatura, ma l'anima prettamente commerciale del progetto non si spende particolarmente nell'approfondimento di un contesto che, invece, sarebbe particolarmente interessante sviluppare, primo fra tutti una richiesta di violenza così ampia da parte di una popolazione. Quindi sì, suspense e assenza di regole hanno il loro fascino, ma per realizzarci un'intera trilogia non si può vivere solo di quello.
Film 591 - La notte del giudizio
Film 1986 - The Purge
Film 758 - Anarchia - La notte del giudizio
Film 1205 - La notte del giudizio - Election Year
Cast: Frank Grillo, Elizabeth Mitchell, Mykelti Williamson, Edwin Hodge, Kyle Secor, Betty Gabriel, Liza Colón-Zayas.
Box Office: $105.6 milioni
Consigli: I fan di questo ormai divenuto franchise non dovrebbero rimanere delusi, anche se va detto che la caratteristica di 'pura azione' presente nel precedente film, qui viene un po' a mancare. Tutto sommato, comunque, un titolo che si lascia vedere e gli amanti della suspense avranno di che nutrirsi. In generale, però, non credo sia il capitolo più riuscito dei tre.
Parola chiave: Elezioni presidenziali.

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giovedì 1 settembre 2016

Film 1204 - The Legend of Tarzan

Papà voleva vederlo e siamo corsi al cinema prima che lo togliessero dalla programmazione.

Film 1204: "The Legend of Tarzan" (2016) di David Yates
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: padre
Pensieri: Non che sia brutto, ma nemmeno così soddisfacente. Mi aspettavo avventura, salti mozzafiato, un'aura selvaggia in totale constrasto con la schiacciante civiltà... E invece Tarzan è uno di noi. Che delusione.
Caratterizzato da un'ondata clamorosamente odiosa di flash back e rallenty, "The Legend of Tarzan" è tutto tranne che legendario, anche se in definitiva non posso dire che sia un totale disastro. Il costante muso lungo di Alexander Skarsgård - che non riesce ad uscire dal personaggio di Eric di "True Blood" nemmeno nella giungla - è un po' il corrispettivo della monoespressione di Owen (Chris Pratt) di "Jurassic World" e anche se tutto sommato sappiamo che la recitazione è l'ultimo degli elementi rilevanti di queste faraoniche produzioni, mi lascia comunque perplesso che l'unico modo per caratterizzare questo personaggio sia il cruccio costante. Margot Robbie fa onestamente la sua parte - che pure non è niente di che - e anche se mi scoccia ammetterlo, perché di fatto è un riproporre sempre lo stesso personaggio, di fatto a salvare la baracca ci pensa Samuel L. Jackson, cui è affidato l'unico ruolo comico che aiuta ad alleggerire la pesantezza della missione. Christoph Waltz, invece, fa il cattivo. Ah no, dovevo dire come al solito.
Insomma, anche se tra mille evidenti problemi, Tarzan 2016 porta a casa un risultato che tecnicamente è ben curato, pur con un evidente problema di effetti speciali (che sono brutti) e di sceneggiatura, che nel finale si produce in una cavalca dei bisonti distruttori che è qualcosa di ridicolo. Ci sarebbe voluta decisamente una maggior dose d'azione e di volteggio aereo invece di tutta una serie di sottotrame inutili: siamo al cinema per vedere Tarzan signore della giungla, non per uno spaccato sociale del Congo belga. Non perché non sarebbe un interessante elemento da approfondire, ma perché, senza girarci intorno, la finta contestualizzazione d'impegno in un prodotto simile fa un po' ridere, specialmente quando abbiamo come finale un'orda di bisonti aizzati da enormi scimmie che distruggono un'intera città. Non so se ho reso l'idea.
Quindi sì, ammetto che questo "The Legend of Tarzan" non mi ha soddisfatto, né si è avvicinato alle mie aspettative, anche se nella devastazione cinematografica di questa estate 2016, non è certo il prodotto peggiore che ho visto, anzi! Dunque non una pellicola soddisfacente, ma nemmeno un risultato così pessimo. Rimango sulla linea di confine così come ci rimane questo film: né bene, né male.
Cast: Alexander Skarsgård, Samuel L. Jackson, Margot Robbie, Djimon Hounsou, Jim Broadbent, Christoph Waltz, Casper Crump, Hadley Fraser.
Box Office: $354.6 milioni
Consigli: E' il primo film sul leggendario personaggio che vedo e, nonostante la mia ignoranza, mi pare che si discosti non poco dal classico modo di presentare Tarzan o almeno questa è l'idea che mi ha dato il film. Non posso dire se si tratti di una valida alternativa relativamente alle proposte legate al re della giungla, in ogni caso siamo di fronte a un tentativo di blockbuster riuscito solo a metà. Del resto la regia è dello stesso David Yates che non ha saputo sfruttare a dovere la battaglia finale nell'ultimo capitolo di Harry Potter, quindi non mi stupisco nemmeno troppo. Non terribile, non memorabile. Si può vedere e dimenticare e si può non vedere affatto.
Parola chiave: Diamanti.

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