domenica 7 agosto 2016

La lunga estate fredda del box office americano

Non interesserà nessuno, ma l'altro giorno stavo pensando a come questa estate 2016 stia regalando non poche sorprese al botteghino mondiale.
Titoli assolutamente dati come favoriti stentano a trovare consensi, a malapena ritornano del budget faraonico speso per produrli e anche quando ci riescono, l'incasso totale non è davvero nulla di spettacolare. A ben guardare le prime avvisaglie del disastro c'erano già state se consideriamo le deludenti performance d'incasso di due titoli considerati fortissimi come "The Huntsman: Winter's War" e "Batman v Superman: Dawn of Justice". Immuni da questa maledizione estiva sembrerebbero i film d'animazione, pur con una grossa eccezione. Ma andiamo con calma...
20-22/5: In America è prevista l'uscita di un titolo considerato abbastanza forte, pur essendo il primo film d'animazione di una possibile serie. Si tratta di "The Angry Birds Movie" che, con un budget di 73 milioni di dollari, esordisce primo al box office con un deludente incasso di $38,155,177 nonostante "Captain America: Civil War" fosse alla sua terza settimana di programmazione (finisce alla #2). Pur non essendo un cattivo risultato, fa pensare il fatto che qualche settimana dopo il reboot di "Ghostbusters" esordirà con 46 milioni di dollari e nonostante ciò non riuscirà a fare sua la vetta del botteghino. Ritornando a maggio, nello stesso weekend di uscita del film tratto dalla famosa applicazione per cellulari, esordisce anche "Neighbors 2: Sorority Rising" che, nonostante il clamoroso successo del primo episodio con Zac Efron e Seth Rogen, che tra l'altro qui ritornano, non riesce nemmeno ad andare oltre il terzo posto in classifica e ad incassare $21,760,405 ("Neighbors" all'esordio americano è arrivato primo incassando qualcosa come $49,033,915).
27-29/5: Due titoli sembrano i favoriti a contendersi una tre giorni d'incassi di fuoco. La realtà dimostrerà che gli americani non sono particolarmente interessati alle due pellicole: "X-Men: Apocalypse" riuscirà ad conquistare la vetta con un incasso di $65,769,562 mentre "Alice Through the Looking Glass" - sequel del fortunato titolo di Tim Burton che ha raggiunto addirittura il miliardo di dollari d'incasso -, collezionerà l'imbarazzante totale di $26,858,726 finendo secondo. I due film assieme non riescono nemmeno ad incassare 100 milioni di dollari (poco più di 92), cominciando a dimostrare non solo che la lunga estate americana non sarà così felice come precedentemente, ma che i sequel non sono più garanzia di un rientro economico sicuro. "X-Men" finirà per incassare 213 milioni di dollari in meno rispetto al suo predecessore "X-Men: Days of Future Past" (primo del franchise a superare la cifra di 700 milioni di incasso mondiale) mentre "Alice 2", con un totale al botteghino globale di $287,115,105 (e con un budget di 170 milioni di $!), mancherà il record del suo predecessore "Alice in Wonderland" di 738 milioni! Nessuno sentiva effettivamente il bisogno di un secondo appuntamento al cinema con Alice, ma rimane comunque scioccante constatare quanto poco interesse c'è stato per questa pellicola. Flop.
3-5/6: Il titolo fortissimo di questo weekend è nuovamente un sequel, "Teenage Mutant Ninja Turtles: Out of the Shadows". Il primo episodio del franchise, pur bannato (giustamente) dalla critica, era riuscito nell'impresa di racimolare $65,575,105 al weekend americano d'esordio (#1) e un totalone di $493,333,584; a due anni di distanza, pur mantenendo la prima posizione (e anche questo è scioccante), questo titolo non riesce ad andare oltre i $35,316,382 all'esordio e, ad oggi, i $236,573,787 di incasso totale (-256 milioni). Considerato che praticamente il film non aveva concorrenza all'uscita (solo "Me Before You" con la metà del numero di sale), il risultato è imbarazzante (o giusto, dipende come la vedete).
10-12/6: Questo è certamente uno tra i weekend più affollati di novità. Tutti pronti ai blocchi di partenza troviamo "The Conjuring 2", "Warcraft" e "Now You See Me 2" - che ho già messo in ordine di piazzamento al box office USA -, ovvero due sequel di altrettanti primi capitoli molto fortunati e un nuovo possibile franchise tratto dal popolare videogame della Blizzard Entertainment. I presupposti per una tre giorni di dollari a pioggia parevano esserci tutti, fino a quanto non si sono tirate le somme: "The Conjuring 2" (costato 40 milioni) è l'unico a reggere benissimo e pur non presentando un cast particolarmente famoso, riesce a portare a casa $40,406,314, ovvero quasi esattamente gli stessi $41,855,326 incassati dal primo film. "Warcraft", che di milioni ne è costati 160 (!), non riesce ad andare oltre i $24,166,110 e ad arrivare secondo per un pelo, dato che "Now You See Me 2", nonostante un cast all star, riuscirà ad ottenere solamente $22,383,146 (il primo film era arrivato a quota $29,350,389 finendo secondo). Va sottolineato che dei tre, "Warcraft" era quello con un numero di sale maggiore a proiettarlo, pur mantenendosi tutti sopra i 3000 schermi; inoltre, nonostante fossero tre nuovi titoli, non sono comunque riusciti a portare a casa più di 87 milioni. Mi rendo perfettamente conto che si tratti di eccezioni, ma ci sono pellicole che sono state in grado da sole di esordire in America con incassi oltre i 100 milioni di dollari. Pur trattandosi di blockbuster o franchise ben avviati, rimane significativo che 3 nuovi titoli, di cui due sequel, non riescano a generare un incasso totale che, da sole, certe pellicole riescono ad accumulare.
17-19/6: Qui comincia il regno incontrastato di "Finding Dory", la nostra prima eccezione che conferma la regola. Praticamente senza concorrenza (del resto chi avrebbe osato sfidare il colosso della Disney-Pixar?!) a parte "Central Intelligence", Dory si porta a casa $135,060,273 in 3 giorni. Ecco che prende ancora più senso quanto dicevo poco fa. Va detto, comunque, che il film con Dwayne Johnson e Kevin Hart non si comporta per niente male e ottiene $35,535,250 finendo secondo. Il sequel di Nemo, costato 200 milioni, ad oggi ha incassato qualcosa come $834,380,923 e ancora non ha esordito su tutti i mercati del mondo (vero Italia?). Direi che per quanto riguarda l'animazione, questo sia un ottimo anno per la Disney che con "Zootopia" a inizio anno era già riuscita a superare il miliardo di dollari di incasso.
24-26/6: Dory continua a regnare incontrastata portandosi a casa altri $72,959,954 (!). Stupisce, invece, la cattiva prestazione di "Independence Day: Resurgence" che con i suoi $41,039,944 finisce secondo al botteghino e conferma il periodo di sfortuna del regista Roland Emmerich che pare ormai non azzeccarne più una. Confrontando originale e sequel, i numeri sono imbarazzanti: rispettivamente $817,400,891 di incasso globale contro $373,011,936 - anche questo titolo in Italia deve ancora uscire, ma il nostro botteghino non farà granché differenza -, budget da 75milioni vs budget da 165, 2,977 sale a proiettarlo contro le 4,130 di "IDR". Non credo ci sia bisogno di aggiungere altro.
1-3/7: Siamo al famoso weekend del 4 luglio e Dory è per la terza settimana sul podio ($41,817,176). Quello che stupisce di più, però, è che i suoi 3 contendenti principali non siano riusciti a spodestarla nonostante sulla carta tutti i pronostici potessero essere a loro favore. Sempre in ordine di "arrivo", troviamo "The Legend of Tarzan" (#2), "The Purge: Election Year" (#3) e - mamma mia! - "The BFG" (#4). Vediamoli uno per uno.
"The Legend of Tarzan" presenta un super cast oltre che una grossissima somiglianza con il recente "The Jungle Book" (che ha incassato oltre 900 milioni di dollari nel mondo). Il protagonista ultramuscoloso Alexander Skarsgård, la bellissima Margot Robbie e l'utilizzo massiccio di effetti speciali non ha saputo salvare questo titolo che si ferma ad un modesto esordio ($38,527,856 contro un budget da 180 milioni). Ad oggi il film ha incassato $312,750,024 globalmente.
"The Purge: Election Year" è il terzo capitolo di un buon franchise: costati un totale di 22 milioni di dollari - ovvero pochissimo -, i tre episodi cinematografici sono riusciti ad incassare qualcosa come $279,482,967 nel mondo. Questo titolo in particolare ha esordito con un onesto $31,515,110 d'incasso, superiore al secondo "The Purge: Anarchy", ma inferiore al "The Purge" originale. Ad oggi "The Purge 3" ha incassato $96,231,953.
Con "The BFG" entriamo nel territorio accidentato. Qui abbiamo davvero un gravissimo problema di fondo che richiede un'analisi più approfondita. Con un budget di 140 milioni di dollari, la regia di Spielberg, la presentazione a Cannes e la presenza del premio Oscar di quest'anno Mark Rylance, oltre che una trama tratta dalla storia di Roald Dahl, questo sembrava essere il classico esempio di capolavoro spielbergiano, emblematico per successo di critica e pubblico. Nella realtà, nonostante recensioni favorevoli, "The BFG" è ad oggi un clamoroso disastro: $18,775,350 all'esordio e $113,070,193 di incasso globale! E' praticamente impossibile che il film riesca a ritornare delle spese di produzione, figuriamoci di quelle (non dichiarate) di marketing e pubblicità. Questo è il primo vero e proprio esempio di flop inteso come titolo incapace di generare un incasso quantomeno pari al suo budget di produzione.
Apro parentesi: "Warcraft", inizialmente etichettato come buco nell'acqua tra i più clamorosi della stagione, è riuscito in realtà a invertire i pronostici grazie al mercato cinese che ne ha salvato l'incasso, portandolo oltre i 400 milioni di dollari totali. Che, secondo gli addetti ai lavori, non sono comunque sufficienti a ritenere soddisfacente il risultato.
8-10/7: E qui arriviamo al secondo titolo d'animazione diventato esempio virtuoso: "The Secret Life of Pets" spodesta Dory (che finisce terza) con un incasso forse inatteso di $104,352,905 a fronte di un budget di 75 milioni! Un vero successo testimoniato anche dall'incasso globale che, ad oggi, ammonta a $414,846,348. La Illumination Entertainment porta a casa un altro successo dopo quelli di "Despicable Me" 1 & 2 e del brutto "Minions". Tarzan, a sorpresa, regge al secondo posto con $21,006,462.
15-17/7: Nuovo disastro, seppure la questione risulti più controversa. "The Secret Life of Pets" mantiene il primato ($50,838,355) relegando al secondo posto uno dei titoli più pubblicizzati dell'ultimo anno, "Ghostbusters". Dopo l'annuncio del remake/reboot tutto al femminile, l'opinione pubblica ha fatto un gran discutere dell'avvenimento con picchi di misoginia e dissenso da non sottovalutare. Si dice che la cattiva pubblicità sia comunque pubblicità, mentre in questo caso la massima non ha funzionato: 144 milioni di dollari di budget, un esordio al botteghino americano pari a $46,018,755 - che, hey, non è mica male! -, ma un incasso globale che ad oggi dimostra tutti i limiti di questa operazione: $164,952,335.
Premesso che la mia opinione sulla pellicola è positiva, rimane il fatto che al pubblico questa operazione commerciale basata sull'effetto nostalgico di un grande franchise non ha colpito. Direi un quasi flop, ma apprezzo il girl power message.
22-24/7: "Ghostbusters" crolla e dalla seconda passa alla quinta posizione. "The Secret Life of Pets" scende alla #2, mentre finisce primo "Star Trek Beyond", titolo dal quale mi sarei aspettato una minor tenuta all'esordio. Privato di J.J. Abrams - che ha salutato l'Enterprise per salire a bordo del gemello franchise di maggior successo "Star Wars" -, la pellicola mi sembrava destinata ad un minor riscontro di pubblico, forse fiaccato dall'estenuante campagna per il rilancio della creatura di George Lucas. In realtà l'incasso del primo weekend mi ha parzialmente smentito, riuscendo ad accumulare $59,253,211. Dico parzialmente perché, a due settimane dall'uscita, il film è fermo a $176,683,191 di incasso contro un budget da 185 milioni di dollari! Pur facendo leva su un effetto nostalgia tramite la somiglianza della locandina con quella del primo "Star Trek: The Motion Picture" e nonostante potesse contare - anche se è brutto da dire - sulle due recenti dipartite di Anton Yelchin e del superfamoso Spock originale Leonard Nimoy (la pellicola è dedicata alla loro memoria), questo sequel non è riuscito a catalizzare l'attenzione dello spettatore non di nazionalità americana (l'incasso extra USA si ferma a $56,366,827). Il che è curioso se si considera che per il secondo "Star Trek" degli anni 00, era stato il mercato straniero a fare la differenza fornendo il 51.1% dell'incasso totale.
Oltre al terzo "Star Trek", comunque, in questo weekend esordisce un altro sequel, che porta ad un'altra grossa inattesa anomalia, forse la più sorprendente (in negativo): dopo ben 4 titoli di indiscusso successo, il quinto "Ice Age: Collision Course" non riesce a superare la quarta posizione e i $21,373,064 di incasso d'esordio. Qui c'è davvero qualcosa che non va. Forte di quattro precedenti esordi eccellenti ("Ice Age" $46,312,454; "Ice Age 2" $68,033,544; "Ice Age 3" $41,690,382; "Ice Age 4" $46,629,259), questi rosicati 20 milioni lasciano ampiamente perplessi. Cos'è successo ad uno dei franchise animati più remunerativi di sempre ($3,063,011,343 di incasso spalmanti su 5 film, per capirsi)? Questo quinto capitolo è, tra l'altro, il primo a superare i 100 milioni di budget di produzione e, tristemente, il primo al momento a non aver superato i 300 milioni di incasso (perfino l'originale c'è riuscito!). Con i suoi attuali $266,861,100 di incasso globale possiamo certificare "Ice Age 5" come il nostro terzo flop.
(Al momento in cui scrivo, Wikipedia mi da "Ice Age: Collision Course" a quota $319 milioni di incasso globale, mentre Box Office Mojo rimane inalterato. Probabilmente è solo questione di ore prima che effettivamente i risultati vengano aggiornati anche nel secondo sito.)
29-31/7: E siamo arrivati all'ultimo weekend momentaneamente disponibile. A breve verranno comunicate anche le stime del weekend al momento ancora in essere e pare proprio che sarà "Suicide Squad", a discapito delle pessime recensioni ricevute, a far sua la prima posizione (si parla di 145 milioni di dollari!). Allo stato attuale delle cose, però, è "Jason Bourne" l'ultimo titolo ad aver ottenuto la prima posizione del box office americano di questo 2016. Siamo nuovamente di fronte ad un titolo fortissimo (soprattutto in USA), arrivato al suo quarto appuntamento cinematografico che, tra l'altro, ritrova il suo originale protagonista Matt Damon. Dopo l'addio col botto di "The Bourne Ultimatum" ($442.8 di incasso e 3 Oscar portati a casa), la produzione ha infatti tentato di non far morire il franchise rilanciando uno spin-off non particolarmente riuscito, "The Bourne Legacy" ($276.1 di incasso worldwide). Annunciando il ritorno di Damon - tra l'altro appena uscito da una stagione particolarmente favorevole e sempre sotto i riflettori dopo il successo globale di "The Martian" e le innumerevoli candidature a premi di ogni genere, primo fra tutti l'Oscar come Miglior attore -, il quinto capitolo della serie ha trovato un'accoglienza al suo esordio decisamente positiva (4,026 schermi!) che, però, non ha saputo generare più entusiasmi del terzo Bourne, in grado di esordire con $69,283,690 nel 2007 (senza considerare l'aggiustamento per l'inflazione!). Insomma, che "Jason Bourne" sarà comunque un successo è evidente, ma tutto sommato potrebbe non risultare tanto felice quanto il suo predecessore (le critiche non sono state entusiaste). Al momento il film è fermo a quota $138,010,488 d'incasso mondiale contro i 120 milioni spesi per produrlo.
Piccola postilla veloce: "Bad Moms" sorprende arrivando terzo all'esordio e riuscendo ad oggi ad accumulare $42,746,830, ovvero il doppio di quanto è costato produrlo. Il caso è degno di nota più che altro perché si tratta di un film in America vietato ai minori di 17 anni, ovvero un'ampia fascia di pubblico.

Dunque, a fronte di tutti questi dati, cosa si evince? Di fatto la situazione attuale parrebbe suggerire un'incertezza diffusa che è andata a influenzare anche territori solitamente considerati inespugnabili come i franchise. Quando nemmeno i sequel riescono più a garantire una sicurezza economica - tra l'altro nel periodo in USA più remunerativo per quanto riguarda il cinema, ovvero l'estate -, bisogna veramente fermarsi e porsi qualche domanda. Cosa sta succedendo e quali sono gli elementi discriminanti? Perché l'audience ha rifiutato un così alto numero di titoli considerati sicuri?
Non credo che la risposta stia nella qualità, in quanto molti dei più deludenti risultati fanno riferimento a pellicole quantomeno sufficienti nel loro risultato finale. Forse quello che sta cambiando è la prospettiva. Il famoso duello cinema/tv - per quanto riguarda la qualità fino ad oggi considerato appannaggio del grande schermo - si sta rapidamente sovvertendo in favore di un mezzo televisivo sempre più attento al suo pubblico specializzato, capace di intercettarne domande e interessi, in grado di prodursi in titoli di grandissimo appeal, isole felici in cui pubblico e critica si incontrano in pace. E' ormai da una decina d'anni che il termine blockbuster è stato ampiamente riabilitato da una serie di pellicole che hanno saputo dimostrare e dimostrarci quando anche un titolo mainstream possa presentare un proprio valore, un'unicità, un gusto e una resa finale degni di nota e menzione. Dopo tale aggiornamento di costumi, forse si è passati alla televisione grazie a HBO, Sky, Amazon e Netflix, attori in grado di proporre al grande pubblico serie tv sperimentali, avvincenti e di grande intrattenimento, senza contare l'elevato apporto tecnico in grado di fare davvero la differenza. Fino a qualche anno fa l'appuntamento con la "a" maiuscola era al cinema: ci sono stati "Il signore degli anelli", "Harry Potter", gli "X-Men", i vari Pixar, ecc; oggi invece si attende con ansia l'uscita di "Stranger Things", vero regalo di Netflix e sorpresa di quest'estate 2016.
E' la tv che ora fa la differenza, bisogna ammetterlo. Anzi, è la tv che fa di nuovo la differenza.
Che ci sia una corrispondenza diretta con gli acciacchi dimostrati ultimamente dal grande schermo? Io questo non lo so e certamente non lo posso garantire. Esprimo semplicemente quella che è la mia sensazione al momento: la fruizione di un prodotto televisivo di qualità mi intriga molto di più che quella di qualsiasi franchise. Il mio amore per il cinema, la bellezza del recarsi in sala e rimanere al buio in attesa che il film cominci, sono elementi che, per quanto mi riguarda, caratterizzeranno per sempre in positivo l'esperienza cinematografica, il che dubito riuscirà a scalfire la mia preferenza per il medium cinematografico rispetto a quello televisivo. Però è innegabile che si sia determinato un cambiamento di rotta in grado davvero di scombinare le carte in tavola, di influenzare le regole del gioco. Un esempio su tutti: "Game of Thrones".
Non penso serva aggiungere altro.
Sicuramente il duello cinema-tv non esaurisce la questione del perché di tanto insuccesso. Rimane comunque esemplare che, a fronte di tanto riscontro di ascolti in televisione, il pubblico rimanga tanto freddo nei confronti degli appuntamenti cinematografici. L'estate non è ancora conclusa, dunque la speranza che la situazione migliori ancora permane. Nell'attesa, i risultati ad oggi parlano da soli.

Per la mia analisi ho utilizzato i siti boxofficemojo.com, imdb.com e en.wikipedia.org

#HollywoodCiak
Bengi

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