mercoledì 4 giugno 2014

Film 723 - Tutta colpa di Freud

Commedia italiana che mi ero perso e volere assolutamente recuperare.

Film 723: "Tutta colpa di Freud" (2014) di Paolo Genovese
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Luigi
Pensieri: Consigliato dai miei genitori, mi sono approcciato a questa pellicola italiana con le migliori intenzioni e, soprattutto, sorvolando sulla presenza come protagonista di Valeria Puccini. Purtroppo, ancora una volta, devo dire che mi trovo in disaccordo con l'opinione cinematografica dei miei: questo film è una boiata spacciata per commediola semi-impegnata.
L'errore di partenza è scopiazzare l'idea di "In Treatment" e rivederla per la commedia nostrana, semplificandola e cambiandone i connotati fino a trasportarla nella dimensione famigliare, ovvero padre psicologo che analizza i problemi delle figlie che lo utilizzano come medico invece di vederlo come padre. In secondo luogo - come se già non riuscire a partorire un'idea originale non fosse abbastanza - la trama si concentra sulle vite stereotipiche delle tre figlie, chiaramente una l'opposto dell'altra così da poter coprire tutte le variabili della banalità. Dunque abbiamo, come dicevo, la Puccini che è l'anima romantica e dolce, bellezza classica che si realizza attraverso l'emancipazione culturale (che si traducono in citazioni colte da Bacio Perugina) e lo spirito da crocerossina.
Poi la sorella più piccola, interpretata da Laura Adriani, che appena maggiorenne sta con uno che ha l'età di suo padre. Credo che questa coppia voglia rappresentare quello che potremmo definire il 'decadimento morale' di questi ultimi tempi, dove ragazzine e anzianotti si accoppiano come funghi per ragioni che parrebbero quelle del baratto: un corpo per della richezza. Nonostante l'intento anche apprezzabile di mettere in ridicolo un tale comportamento oggi così di moda, la rappresentazione fatta qui è alla stregua della macchietta e non approfondisce in alcun modo le dinamiche sociali e mentali che stanno dietro a tali tipi di scelte. Inevitabile, quindi, che l'Alessandro Gassman fedifrago vorrà poi tornara tra le braccia della riscoperta moglie Claudia Gerini (candidata ai David di Donatello 2014 per questo ruolo).
Infine, la sorella più ridicola: Anna Foglietta è Sara, lesbica pentita. Con le donne non gliene va una giusta e allora cosa fa? Sceglie (e sottolineo il carattere decisionale di questo atto) di tornare etero. Per quanto i toni da commedia e l'evidente limite di approfondimento della trama rendano il risultato finale un calderone di banalità inoffensive, ho trovato comunque stupida la scelta di presentare un tale tipo di personaggio. Anche se per scherzo, l'identità sessuale è una cosa che non va ridicolizzata né presa troppo alla leggera. Mi è sembrato indelicato rappresentare un personaggio del genere.
Sorelle + padre psicologo a parte, il resto del film si snoda per vicende sentimentali per la maggior parte del tempo, componendo e disfando coppie con qualche effetto domino sulla trama. Il risultato finale è banale e non tutti gli attori all'altezza del ruolo. Una pellicola cinematografica non dovrebbe mai essere recitata come una fiction tv a mio avviso. Motivo per il quale ritengo che molti dei nostri prodotti non siano esportabili all'estero.
In ogni caso mi aspettavo un prodotto più maturo e - magari! - incentrato sull'approfondimento psicologico dei personaggi, considerato chi è il protagonista maschile (interpretato da Marco Giallini). Più inaspettata la scelta di dare spazio al personaggio sordomuto Fabio/Vinicio Marchioni, che regala al grande pubblico una prospettiva solitamente ignorata riguardo alla condizione di chi non sente e non parla. In ogni caso, il tutto è, come al solito, il classico esempio di cinema italiano contemporaneo, ovvero principalmente vuoto e, anche se a tratti divertente, spesso fine a se stesso. "Tutta colpa di Freud" si vede tranquillamente, ma non brilla per alcun motivo particolare.
Box Office: € 7.747.527
Consigli: Quando l'Italia incontra la psicoanalisi e brucia le possibilità legate a questa opzione per regalare al pubblico la solita commedia che ha per finale la coesione familiare, l'amore e la realizzazione di sé. Troppo banale per spiccare in qualche cosa. Si lascia guardare con la stessa facilità con cui lo si dimentica. Puccini e Foglietta recitano quasi sempre male.
Parola chiave: Famiglia+amore.

Trailer

Bengi

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