giovedì 18 aprile 2013

Film 535 - The Host

La 3 regalava questo ingresso e, sinceramente, ero proprio curioso di vedere cosa proponesse questa storia di cui avevo tanto sentito chiacchierare...


Film 535: "The Host" (2013) di Andrew Niccol
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Marco
Pensieri: C'erano molte aspettative rispetto a questa pellicola, ufficialmente il post-Twilight della creatrice della saga Stephenie Meyer. Si cercava per lei, infatti, un nuovo tormentone milionario, una nuova scusa per mettere in cantiere altri 5trilioni di pellicole ispirate ai suoi libri. E "The Host" era il primo e sperimentale tentativo di fare il bis dopo il successo dei vampiri.
Questa volta la Meyer cambia macroargomento e dai canini affilati ma vegetariani, passiamo agli alieni invasori di corpi, ma con un anima. Il contorno, però, non cambia e rimane sempre la stessa precedente situazione amorosa del triangolo. Anche se formalmente Melanie/Saoirse Ronan è abitata dall'alieno Wanda, di fatto il corpo è uno solo, combattuto tra l'amore dei due belli della pellicola, il figlio di Jeremy Irons, Max (già visto nell'altro teen-horror "Cappuccetto rosso sangue"), e Jake Abel. Entrambi sono innamorati della/e protagonista/e, rispettivamente dell'umana Melanie e dell'aliena Wanda (al di fuori del corpo umano che ospita, ha l'aspetto di un neurone luminoso glitterato).
Di fatto, quindi, l'autrice della storia non sceglie di cambiare moltissimo le sue tematiche di interesse, ma le maschera solamente in altre forme per vedere se un fresh new start possa essere possibile. E diciamocelo, se questo è il risultato, la risposta è no.
L'infinita lentezza di questo film è già un grave difetto, ma evidentemente (ho visto solo il primo dei numerosi "Twilight", anche se ho in progetto di documentarmi) chi si dispone a vedere uno dei prodotti collaterali della Meyer scende a patti con questa mancanza volentieri, probabilmente ricercando una storia d'amore impossibile ed eterna, piuttosto che un buon ritmo e una buona sceneggiatura. Quindi va detto fin da subito che, oltre a non esserci originalità, non ci sono nemmeno grandi contenuti. L'approfondimento dei personaggi è al limite della sufficienza e anche se il duetto mentale tra la voce interiore di Melanie e quella di Wanda sembrerebbe legittimare un approfondimento psicologico necessariamente più maturo, serio e ricercato, in realtà la resa di questo aspetto è banalizzata e semplificata in maniera a tratti imbarazzante. Anche perchè, nonostante il dramma dell'essere 'spodestati' dal proprio corpo e la razza umana che viene soggiogata dall'alieno e la ribellione degli ultimi umani superstiti... Alla fine l'unica cosa su cui si concentra/no la/e protagonista/e sono i due ragazzi del cuore.
E, nel momento in cui tutta l'attenzione del film si sposta su questo argomento, capisci che "The Host" è un fallimento.
Mi rendo perfettamente conto che il pubblico cui mirasse il prodotto in questione fosse principalmente interessato alla love story, però io - da profano - ho trovato il tutto di una piatta banalità tanto sempliciotta che nemmeno sono riuscito a godermi l'insieme. Non c'è divertimento, non c'è malizia, né intrighi, la rivoluzione è trattata come cornice e le implicazioni mentali e sociali dell'essere abitati da un alieno non sono nemmeno prese in considerazione. Tutto ciò che viene proposto qui sono ambientazioni futuristiche e conseguenti gadget, relazioni stereotipate e una caccia all'uomo (o donna, in questo caso) all'acqua di rose. La storia, infatti, punta tutto sul nuovo triangolo Ronan-Irons-Abel, ma nessuno dei tre (forse giusto il secondo) ha l'appeal necessario a suscitare anche solo qualche interesse per il loro disagio amoroso. Saoirse Ronan si è scelta la non facile situazione di resuscitare le speranze della Meyer di una nuova Kristen Stewart dalle uova d'oro, senza però essere in grando di mantenere alcuna aspettativa, piatta e quasi annoiata in alcuni tratti, probabilmente a causa della stessa sceneggiatura...
Per farla breve, "The Host" poteva essere una pellicola carina visto i presupposti cool e patinati e la pubblicità collaterale grazie alla maternità della Meyer, eppure fallisce completamente il suo scopo, risultando noioso è per niente interessante. Giusto Diane Kruger regala un po' di movimento ad una trama che, altrimenti, è piatta e buonista.
Ps. 40 milioni di dollari per produrlo, ma insufficienti $45,420,419 di incasso mondiale.
Consigli: A questo punto suppongo sia meglio approfondire la questione "Twilight" perchè o Mrs. Meyer è una miracolata o davvero quella storia è migliore. Perchè se cercate qualcosa di banale, già visto, ma in salsa futuro allora "The Host" fa per voi; altrimenti lasciate stare.
Parola chiave: Viandante.

Trailer

Bengi

3 commenti:

  1. Un pensiero rapido (quello elaborato per la prossima):
    attenzione a non confondere il libro, e quindi quanto scritto dalla Mayer, con il film, e quindi adattato al grande schermo e sceneggiato da qualcun altro.
    Le differenze sono sostanziali e fin troppo evidenti (per quanto riguarda Twilight parlo per esperienza, per quanto riguarda The Host riporto l'esperienza di mia sorella - è il mio prossimo libro in attesa di lettura).
    Con questo non voglio dire nello specifico che i libri siano dei capolavori (a me cmq 2 su 4 della Twilight saga sono piaciuti molto, gli altri 2 così così), però voglio solo farti presente che un conto sono i libri, un conto sono i film e che spesso sono due mondi completamente diversi. Per esempio, della T.Saga mi è piaciuto più il film rispetto al libro per quanto riguarda l'ultima parte (Breaking Dawn) perchè la trama è diversa e molto più coinvolgente e "adatta".

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  2. Diciamo che su Twilight partivo prevenuto, meno su questo film.
    Ero proprio curioso di capire se effettivamente la Meyer ha qualcosa di speciale per meritarsi il successo che ha avuto. E mi pare di no.
    Non nel senso che non se lo meriti, ma semplicemente che non ha nulla di speciale.
    "The Host" è proprio una pellicola dal bassissimo appeal, al di là dell'adattamento. Chiaramente non avendo letto il libro non posso fare paragoni, ma quello che ho visto, il film, è proprio noioso e banalizzato all'estremo. Il che mi fa supporre che all'autrice la cosa andasse bene...
    Ciò detto, ho trovato curiosa questa sua specie di morbosità nei confronti dei triangoli amorosi tra teenagers :)

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  3. "Il che mi fa supporre che all'autrice la cosa andasse bene..."
    Vogliamo aprire il capitolo di cosa JK.Rowling ha permesso facessero al suo "figlio di carta"?! ;-)

    Cmq a me il film non è dispiaciuto. Certo, ho visto film decisamente meglio, ma anche tanta robaccia decisamente peggio.
    In realtà mi ha affascinata questa idea delle anime che portano il "meglio" e la resistenza degli umani. Come idea non l'ho trovata male (e adesso che ho iniziato a leggere il libro, è anche molto più approfondita e "giustificata").
    Tuttavia, in effetti la trama è sbrigativa in alcuni passaggi e molto lenta e prolissa in altri.
    Vorrei poi parlare dell'immensa espressività di Max Irons: stessa "smorfia" per tutto il film, fra l'altro identica a quella che aveva in Cappuccetto Rosso Sangue. Anche il ragazzino che interpretava il fratello cmq contribuiva all'inespressività più totale.
    Nonostante tutto non mi sento di "condannare" questa pellicola perchè qualcosa di "attrattivo" c'è ed è l'ideale per una serata leggera senza porsi troppe domande.

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