lunedì 29 ottobre 2012

Film 472 - On the Road

Nuovo film regalato dalla 3. E questa volta ero anche piuttosto interessato alla visione.


Film 472: "On the Road" (2012) di Walter Salles
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Erika
Pensieri: Definire "On the Road" come una pellicola on-the-road potrebbe sembrare semplicistico, ma in effetti una buona parte della storia si svolge per la strada. Ribalto la questione: magari un titolo meno scontato? Lo so, lo so, è tratto dal libro di Jack Kerouac che in inglese porta lo stesso nome, però forse ci si poteva ingegnare un attimino di più.
Tornando seri, il film di Walter Salles ("Central do Brasil", "I diari della motocicletta") non è male ed ha come suo grande pregio quello di presentare attori giusti per le parti che impersonano. Da questo discorso escludo per un attimo Kristen Stewart su cui, a breve, tornerò.
Garrett Hedlund ha una carica erotica piuttosto evidente e riesce nel non facile compito di magnetizzare lo sguardo dello spettatore su di sé, finendo - come richiesto dalla storia e dal personaggio di Dean Moriarty - per oscurare ogni altro attore presente in scena. Al contempo Sam Riley/Sal Paradise è perfetto come narratore nascosto, seguace dell'amico Dean e silenzioso osservatore di una vitalità tanto fuori dal comune e straordinaria, caotica. La coppia di amici - a cui si affiancheranno brevemente una miriade di altri personaggi sulla via - è davvero ben rappresentata a mio avviso dai due attori e finisce per risultare credibile quanto vera. Se posso osare un paragone, poi, per qualche attimo Garrett Hedlund mi ha ricordato il fascino decadente di Heath Ledger.
In tutto questo si inserisce una trama a tratti interessante, ma alla lunga non sempre convincente. L'idea di rappresentare persone che 'bruciano come candele' è affascinante e sulla carta è sicuramente una possibilità che, ben realizzata, al cinema paga sempre. Ma l'effetto boomerang è una variabile da tenere presente: se si parla, parla, parla di bruciare dentro, di aggrapparsi alla vita in maniera tanto disperata da afferrarla in modo troppo vigoroso, allora sarà richiesta una trasposizione tanto calda e vera anche sullo schermo. Che qui non sempre c'è.
Niente da dire su Hedlund che sorprende in un'interpretazione convincente e libera. Qualche riserva, invece, su colei che dovrebbe essere capace di muove l'ormone generale, di scatenare una sensualità intrinseca tanto naturale quanto incontrollabile. Il personaggio di Marylou - mi pare - dovrebbe bruciare quanto e più degli altri, dovrebbe essere tempio e richiamo di sesso e ambiguità. Per questo non ho trovato sempre funzionale affidare un ruolo così centrale per la storia a una ragazza che, a parte uno sguardo piuttosto intrigante, non riesce a rappresentare quel senso di scandalosa libertà che si vorrebbe riportare qui.
Kristen Stewart è certamente una scelta audace per un prodotto come questo, ma non direi priva di malizia. Lei che è Lady "Twilight", regina di pellicole milionarie come "Biancaneve e il cacciatore", non può essere una scelta casuale in un panorama di attrici ben più dotate e adatte al ruolo. Con questo non voglio dire che la Stewart sia totalmente incapace, ma di fatto non si può credere che dietro alla scelta di affidarle il ruolo di Marylou non ci sia (anche) un ragionamento commerciale. Senza voler sollevare polemiche o facili critiche, direi che la definizione migliore sia 'acerba'.
Fatta questa premessa, devo aggiungere che, se per la maggior parte delle scene che le competono il risultato non è pessimo, ci sono due momenti che mi hanno fortemente imbarazzato durante la visione del film. Il primo è il suo ballo 'scatenato' a tempo di jazz, che è tanto vero e sciolto quanto quello di una colonna di marmo. Il secondo, invece, riguarda la topica scena di sesso a tre assieme ai due protagonisti maschili: la Stewart è ingessata, incapace di ricreare quella complicità intima e spregiudicata che la situazione richiederebbe.
Detto ciò, c'è anche da dire che le sue scene sono molte di meno di quelle che mi aspettassi. In realtà una miriade di ruoli secondari/cameo dipingono un quadro di viaggio all'avventura che è tanto bello a vedersi quanto fine a sé stesso. Incontriamo Viggo Mortensen, Amy Adams, Kirsten Dunst, Steve Buscemi, Elisabeth Moss, Tom Sturridge, Terrence Howard, Alice Braga e ognuno di loro ha un ruolo molto differente da quello degli altri per poter rendere variegato il racconto, ma si finisce per non inquadrare bene nessuno veramente, perchè la bidimensionalità dovuta al poco tempo cui ogni loro personaggio è dedicato, finisce per impoverire il senso della loro apparizione. Ed è un peccato.
Tutto questo per dire che sì, "On the Road" mette in scena tutti i punti principali di una pellicola che si voglia definire di strada e all'avventura, ma con il grave errore di autodefinirsi ogni momento che uno dei personaggi parla. Sarà perchè in scena è presente il narratore (e scrittore) del racconto, ma trovo che ogni film che senta la necessità di esplicitare a parole tutte le sensazioni e i sentimenti che vorrebbe suscitare nel pubblico, finisca sempre per pubblicizzare qualcosa che poi non riesce a trasmettere veramente. C'è molto parlare di libertà, ardore e passione, vita vera vissuta alla giornata, di ribellione e incoscienza. Eppure nessuna di queste 'voci' arriva in maniera genuina; niente di tutto questo riesce veramente ad essere trasmesso attraverso trama e recitazione. Sono tutti elementi nell'aria, ma non perchè "On the Road" li riesca a trasmettere in quanto prodotto capace di 'bruciare' quanto le vite dei personaggi per cui tanto si spendono parole.
Direi che di fatto il film in sé non è male, ma manca di un'anima capace di suscitare davvero le emozioni di cui parla la storia.
Consigli: Un film che presenta tanti tòpoi della letteratura (libertà, amicizia, ricerca della propria strada, amore, avventura, ...) ma che difetta di un certo realismo. Essendo molto esplicito nel raccontare quello che vuole trasmettere, "On the Road" finisce per risultare un elenco di ciò che è una vita/avventura sulla strada senza davvero regalarci la sensazione di aver partecipato al cammino dei suoi protagonisti. Si potrebbe dire che preconfeziona sensazioni. Ma non è malvagio e, anzi, oltre a presentare bellissimi scenari, ci regala anche la bella interpretazione di Hedlund. Godibile.
Parola chiave: Romanzo.

Trailer

BB

1 commento:

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