lunedì 24 settembre 2012

Film 454 - Prometheus

Non vedevo l'ora di vederlo!


Film 454: "Prometheus" (2012) di Ridley Scott
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese, italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Quando sono stato a Londra a giugno, i cartelloni di "Prometheus" spopolavano per le strade cittadine gridando ad un successo assicurato che, immancabile, è arrivato.
Se questo prequel della saga di "Alien" è anche il più remunerativo ($398 milioni di incasso), non si può dire che sia al contempo il più bello.
Visivamente certamente più riuscito dei suoi quattro predecessori - ricordiamoci, però, che il primo "Alien" è del 1979! - a livello di trama devo confessare che mi aspettassi davvero qualcosa di molto diverso, per non dire spettacolare.
Dove sono i colpi di scena? Perchè tantissime domande non trovano risposta? E quanto si collega davvero questa pellicola con quella che, a livello temporale, rappresenta il capostipite della saga? Vero che è già previsto un "Prometheus 2", ma mi aspettavo sinceramente che in questa pellicola avrei trovato le chiare spiegazioni della genesi dei mostruosi alieni.
I grandi pregi di un prodotto come questo, comunque, sono di certo di natura tecnica. Bellissima fotografia e un ambiente non terrestre ricreato alla perfezione grazie alle azzeccate scenografie e agli immancabili effetti speciali. Il futuro prossimo - siamo nel 2089 - è ricreato in maniera molto affascinante e si riconosce l'occhio visionario del Ridley Scott dei bei tempi di "Blade Runner".
Peccato che, però, in questa cornice si inserisca un lavoro troppo superficiale su personaggi e trama. Oltre a non accadere granché per buona parte del film, anche quando si giunge alla vera azione, ci si accorge che, in fin dei conti, niente dei fantastici momenti di panico e suspense che ci regalavano i precedenti capitoli è paragonabile alle vicende narrate in "Prometheus". Anche colpa, purtroppo, dei personaggi principali piuttosto piatti e privi di appeal. A parte un Michael Fassbender robotico doppiogiochista (di un'antipatia infinita, pari solo a quella del personaggio di Charlize Theron), non salvo nessuno degli altri personaggi. Se Noomi Rapace è secondo me un'attrice capace di sostenere il peso di una produzione come questa, non lo è il suo personaggio Elizabeth Shaw (molte somiglianze con la Ellen Ripley di Sigourney Weaver, tra l'altro), troppo debolmente trasparente per poter risaltare su uno sfodno interspaziale capace di inglobare qualunque cosa non sia capace di brillare di luce propria. Stesso discorso per il suo compagno Charlie Holloway (interpretato da Logan Marshall-Green).
Ma, se devo incoronare il peggiore dei personaggi, non posso che pensare al vecchio senza scrupoli Peter Weyland, in cerca della cura per salvarsi la vita. Oltre al fatto che non mi è chiaro il perchè di tanta speranza riposta in alieni supposti creatori della specie umana (si sono estinti anche loro, che cosa ti aspetti di scoprire?!), mi pare ancora più assurdo che si sia scelto di dare la parte ad un attore come Guy Pearce (45 anni) che, non essendo particolarmente riconosciuto dal grande pubblico, fatica già nell'essere identificato e qui, per di più, è invecchiato dal trucco tanto da non essere nemmeno vagamente identificabile. Chiaro che lo scopo non è dare una parte per accrescere la fama. Io mi chiedo solo perchè sceglierlo quando una miriade di attori dell'età giusta sarebbero stati perfetti per interpretare il ruolo, senza usufruire di un make-up piuttosto brutto e inutile.
Miei dubbi a parte, direi che questa pellicola mi ha deluso principalmente per il fatto che, da fan di "Alien", mi aspettavo di trovarmi di fronte ad una sorta di 'padre' della mitica saga. Forse, con il secondo capitolo completato, sarà più individuabile la linea adottata dagli sceneggiatori Jon Spaihts e Damon Lindelof e niente esclude che non possa rivalutare questo primo prodotto. Fino ad allora, però, devo ammettere che le mie speranze sono state disattese. Peccato.
Film 1401 - Alien: Covenant
Consigli: Chiaramente sarebbe preferibile ripassare tutta la saga d'origine. In mancanza di tempo/voglia, è comunque una pellicola che si lascia guarda e (abbastanza) capire per un appuntamento al cinema senza impegno.
Parola chiave: Gravidanza.

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Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

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