mercoledì 12 settembre 2012

Film 447 - Il gusto dell'anguria

Primo film in compagnia della mia compagna di corso della scuola di cinema. E non potevamo scegliere pellicola più strana...


Film 447: "Il gusto dell'anguria" (2005) di Ming-liang Tsai
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: Paola
Pensieri: I personaggi principali di questa pellicola (Hsiao-Kang e Shiang-chyi), dopo essere stati presentati nel precedente "Che ora è laggiù?" (2001), si ritrovano in questo nuovo racconto a fronteggiare un momento intenso di siccità nella città di Taipei. Con poca acqua a disposizione viene suggerito di consumare succo di anguria e, di conseguenza, il prezzo del frutto finisce per aumentare vertiginosamente. Risulta quindi assurdo (ma lo sarebbe poi anche in condizioni normali) che l'anguria stessa venga utilizzata per scopi sessuali prima e buttata dalla finestra poi, in un secondo passaggio, dal protagonista maschile.
Ma queste non sono le uniche 'stranezze' di "Tian bian yi duo yun". C'è una sola battuta nonostante i 114minuti di pellicola, molto nudo (molto diretto) e tantissima solitudine. Giganteschi condomini sempre vuoti, momenti che i protagonisti si ritagliano solo per sé stessi (come nella scena del bagno nell'acquedotto) e altri di necessaria solitudine in una condizione di degrado dovuta proprio alla mancanza di acqua (ci si lava come si riesce, spesso gli insetti infastidiscono le persone).
In tutta questa cornice si consuma una storia che non sono certo poter definire d'amore tra, appunto, i due personaggi citati già prima.
Oltre a tutto ciò, più di un intermezzo musicale si alterna ai momenti di recitazione classica e, probabilmente, avendo potuto usufruire di sottotitoli (il mandarino non è così semplice da capire...) si sarebbe potuto mettere a fuoco meglio e in maniera più significativa il messaggio del film.
Insomma, detto molto sinceramente, non ho particolarmente apprezzato questo prodotto, non fosse che sono notoriamente di gusti più commerciali, ma davvero spesso ho faticato ad accaparrarmi il senso di tutto questo lavoro artistico. Solitudine umana, impossibilità di un amore che non sia semplicemente quello fisico ed estraniazione da un mondo gigantesco ma vuoto per ogni individuo mi hanno reso "Il gusto dell'anguria" crudo e legato ad un'inevitabile nube di tristezza. Probabilmente ciò che il regista cercava di trasmettere allo spettatore, ma non posso dire che il risultato sia stato di mio gradimento.
Consigli: Per un senso di complettezza e continuità probabilmente sarebbe più snesato vedere anche il precedente "Che ora è laggiù?". Di fatto, comunque, è un film non certo leggero e, per una serie di motivi evidenti, che non sarà gradito a tutti.
Parola chiave: Porno.

Trailer

BB

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