domenica 9 gennaio 2011

Film 204 - Il diavolo veste Prada

Ultimo film del 2010, perfettamente in linea con quello che è stato il primo del 2011.


Film 204: "Il diavolo veste Prada" (2006) di David Frankel
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Non è che Meryl Streep sia un'attrice principalmente commerciale. Non recita in film facili, non vive una mondanità sfrenata, non dice stupidaggini in giro per interviste, non è bellissima. Chi la conosce e l'ammira lo fa perchè è notoriamente bravissima, garanzia di interpretazioni grandiose e, di conseguenza, di film quatomeno decenti (grazie a lei).
Un film come "Il diavolo veste Prada", invece, è classicamente commerciale. Tratto da un libro (vendutissimo), ripropone la storia - molto vera - di un'arpia della moda (Anna Wintour) e della sua assistente cambiando solo nomi e cognomi dei personaggi. Il film, per rendersi universalmente appetibile, si accaparra una giovane attrice che già la sa lunga (Anne Hathaway, qualche anno dopo nominata all'Oscar); una spalla di classe capace di reggere ogni ruolo - visto con la Streep anche in "Julie & Julia", film ispiratore di questo blog - rendendolo credibile (Stanley Tucci); un affascinante attore di serie B, Simon Backer, poi promosso alla serie A ("The mentalist") anche grazie alla popolarità di questo film; un'esordiente bella e capace (Emily Blunt), in un ruolo tanto divertente da strappare più consensi di quello della protagonista - e anche qui la carriera s'invola-.
A rendere il tutto magnifico, ovviamente, è la presenza di Meryl che, con la sua interpretazione di Miranda Priestly, regala al mondo del cinema uno dei suoi migliori personaggi cult. Miranda/Meryl è il film.
Tutto questo non può che portare a consensi della critica (un Golden Globe alla Streep, più la nomination all'Oscar a lei e ai costumi di Patricia Field, la stessa di "Sex & the City") e ad un incasso di botteghino col botto ($ $324,432,962) che, per una non commerciale, è decisamente un grande risultato.
Non c'è da stupirsene, in effetti. Il film è ben realizzato, i tempi comici sono giusti, gli attori bravi, capaci ognuno di dare quel tocco personale a chi stanno interpretando. Anche se manca la malignità pura presente nel libro (il finale è diverso, come la rottura tra Andrea e Miranda) la pellicola rimane spassosa, godibile, piacevole già alla prima visione. Il guardaroba acceca (ma con classe, non come nei recenti film con Sarah Jessica Parker), le musiche scelte sono perfette (Madonna fece aspettare l'uscita del singolo "Jump" per attendere che il film, dove la canzone accompagnava alcune scene, arrivasse nelle sale) e il tutto, alla fine, risulta davvero ben riuscito.
Ad arricchire il tutto una serie di camei-omaggio (alla moda) che rendono il 'gioco' ancora più divertente: Valentino (Garavani) che impersona sé stesso, Gisele Bündchen e qualche nome famoso citato tra una battuta e l'altra (Dolce & Gabbana, Demarchelier, ...).
Tra gli attori 'già visti', il fidanzato di Andrea (Adrian Grenier, visto in "Entourage") e Rebecca Mader (la Charlotte Lewis di "Lost").
Insomma, davvero un classico dei film su fashione stile, divertente e non banale, che illumina, talvolta, punti di vista inaspettati (la spiegazione di Miranda sul colore ceruleo la dice lunga), apripista di una serie ormai sconfinata di produzioni ("I love shopping", "Sex & the city" 1 & 2, "Ugly Betty", "Lipstick Jungle", ...) che vedono la moda quale compagna d'avventura delle vicende proposte.
Consigli: Preparatevi ad amarla! Dopo Miranda Priestly nessun capo redattore di una rivista sarà mai altrettando crudele e ben riuscito.
Parola chiave: Parigi.




Ric

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