sabato 30 gennaio 2010

Film 69 - A Single Man

Il mercoledì sera è sempre un ottimo giorno per andare al cinema! Specialmente se vai a vederti un bel dramma super glam!


Film 69: "A Single Man" (2009) di Tom Ford
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Ale
Pensieri: Che ci fa Tom Ford alla regia? Credo se lo siano chiesto in molti, ma a quanto pare c'è del buono. Questo suo esordio comprende non solo la regia, ma anche quello alla sceneggiatura e quindi ero davvero curioso di vedere se le aspettative sarebbero state mantenute. Ebbene sì, mi è piaciuto, soprattutto perchè c'è un grandissimo Colin Firth, una - finalmente tornata - stupenda Julianne Moore e un - o mio dio è il bambino brutto e cicciotto di "About a Boy" - sorprendentemente cambiato Nicholas Hoult. Ma anche le comparsate sono degne di nota: primo fra tutti colui che adoro sopra ogni altro, il Ned dell'ex "Pushing Daisies", Lee Pace. Poi ancora Ginnifer Goodwin - ormai volto conosciuto per il tv show "Big Love", ma anche per "Mona Lisa Smile" e "La verità è che non gli piaci abbastanza" - e il modello - già di Tom Ford - Jon Kortajarena (consiglio un'occhiata).
Il signor Ford, dunque, ha pensato (bene!) che per avere successo con un film il primo passo debba essere un ottimo cast. Meno male che se ne è ricordato, ultimamente sembra che conti di più chi 'recita' fuori, nella vita. Scegliendo un attore vero, che non ama esporsi al gossip e si preoccupa solo di far bene il suo mestiere, Ford si è assicurato una certezza per la sua prima fatica.
Altra ottima mossa quella di non delegare. Ha scelto un'opera, se l'è riscritta e poi diretta. Tutto come voleva lui. Ovviamente se sei totalmente negato non puoi che fare fiasco, ma se sei effettivamente dal buonino al bravo, allora questo è sicuramente un valore aggiunto. Il bel Ford, quindi, ha saputo giocare bene le sue carte, anche scegliendo una storia che richiami un attimo l'attenzione. Professore gay della Los Angeles anni '60 perde compagno e tenta un'esistenza fatta di dolore straziante e ricordi dei bei momenti con il compagno. Vuole il suicidio e lo prepara, ma la vita lo sorprenderà, più di una volta. Il tutto in un'unica giornata.
I flashback aiutano lo spettatore a farsi un'idea della vita precedente di George/Colin Firth, una vita felice e colorata (notare i cambi di colore durante il film, che dal grigiore della vita quotidiana diventano intensi sprazzi quando qualcuno o qualcosa riporta George a pensieri positivi), ora spezzata da un dolore che gli rende faticoso perfino respirare. Se la vita continua, lui è sicuramente rimasto fermo e legato al suo passato, incapace di sopportare, rinchiudere e conservare un dolore che evidentemente l'ha sopraffatto.
In questa cornice piuttosto pesante si inserisce uno studentello (Hoult) del professore, decisamente carino e arrapato, che si approccia a George completamente in calore. Non c'è un vero contatto fisico, ma c'è un sacco di contatto visivo, specialmente perchè la maggior parte delle volte non hanno le mutande... (Ma Hoult c'è abituato dopo l'esperienza del tv show inglese "Skin")
Insomma, questo film mi è piaciuto per molte ragioni, sia visive che emotive. Ha una regia ricercata, con certe inquadrature molto interessanti (gli occhi come specchio dell'anima? Perfino il cartellone di "Psycho" ce lo ricorda!) che colgono bene gli stati psicologici del personaggio; una bellissima fotografia; delle scenografie davvero ben ricostruite e un montaggio veramente singolare, rapido, veloce che forse vuole riprendere quello scorrere repentino del tempo che, anche qui, pesa sull'esistenza umana (non a caso il trailer è scandito per intero da un ticchettio di orologio).
Solo una nota stonerà nel mio commento e riguarda un aspetto tecnico: la colonna sonora. Non è brutta, anzi, ha un motivo trainante che affascina e si lascia ricordare, ma nel complesso del film la musica è davvero troppa. Non sono sicuro al 100% che ci sia anche un solo minuto di puro silenzio. E' una continua cascata di note che, invece di accompagnare, sovrastano le immagini fino addirittura a coprire il suono delle parole in alcuni casi. Spero che il problema fosse solo del pessimo audio del così-così cinema a cui siamo stati io e Ale. Altrimenti... non ci siamo! Ps. Martedì finalmente le nomination all'Oscar: quante ne arriveranno? Almeno una sicuro!
Consigli: Da vedere pronti e già consapevoli che ci sarà del dramma. Altrimenti ci si deprime.
Parola chiave: Jim.


Ric

6 commenti:

  1. Lee è anche sulla "copertina" del trailer! :)

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  2. Oggi si è portati a supporre che la bellezza per sussistere debba avere come antecedente logico necessario il concetto di denaro a causa della progressiva massificazione del “Bello” e della sua trasformazione in sterile prodotto commerciale.
    Dopo aver visto “A single man” si conquista la speranza che suddetta supposizione a volte possa pur essere smentita e lo si evince ad esempio semplicemente dal fatto che con una somma del tutto irrisoria (il prezzo del biglietto del cinema o del dvd) si acquista un prodotto il cui valore artistico, estetico ed emotivo prescinde qualsivoglia carattere monetario.
    Guardando questo film si acquista sicuramente un ottimo lavoro cinematografico ma anche un più che mai impagabile spettacolo per gli occhi e per il cuore.
    Per quanto riguarda la scelta del soggetto tematico, niente di nuovo se si pensa che il principio ispiratore sia ancora una volta un libro, “Un uomo solo” di Christopher Isherwood, e si è sempre molto soddisfatti quando letteratura e cinema lavorano così bene insieme, ma grandissima è invece la novità se a vestire i panni del regista è uno stilista di consolidata fama come Tom Ford.
    Qui la moda depone le vesti di mero prodotto capitalistico per diventare strumento ideale di collegamento tra letteratura e cinema con il suo contributo di cura del dettaglio e attenzione al particolare indispensabile quando il tema da trattare è la precarietà dei sentimenti umani.
    Sono felice che Tom Ford nelle varie conferenze stampa abbia più volte sottolineato che non si tratta di un film gay. La cinematografia queer sicuramente potrà vantarne l’appartenenza con orgoglio, ma sarebbe una catalogazione troppo facile e riduttiva per un film che non ha nulla del “già visto”.
    Per quanto via sia un costante riferimento al nichilismo e la parola suicidio aleggi su tutti i 95 minuti di proiezione, secondo me è piuttosto una pellicola sul desiderio di cambiamento e di vita malgrado tutto, nonché sull’amore come unica spinta motrice nella lotta contro l’ingratitudine dell’esistenza e la contingenza delle passioni.
    Il susseguirsi incalzante di flashback, gli atteggiamenti più eloquenti di mille parole, l’irruenza delle emozioni forti ma silenziose dei protagonisti ci fanno dimenticare che il tutto viene vissuto in appena 24 ore ed una sola giornata può diventare il simbolo di un’intera vita.
    Infine al di là di tutti questi apprezzamenti sono contento di averlo visto e di averlo aspettato con tanto desiderio perché è riuscito a farmi mettere da parte la mia facile inclinazione al cinismo, che poteva farmelo giudicare come l’ulteriore spot propagandistico di uno stilista ammirato ma in sempre crescente affermazione, a favore di un apprezzamento pieno nei confronti di una pellicola che scoglie per davvero i cuori.

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  3. MI SONO FERMATA A LEE PACE!!!!
    LEE PACE????? LEE PACE???????
    GOSH!!! MY GOD!!!!
    devo vederlo

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  4. #HollywoodCiak 69 #ASingleMan #TomFord #ColinFirth #JulianneMoore #MatthewGoode #NicholasHoult #GinniferGoodwin #LeePace #ChristopherIsherwood #gay #love #pride #pridemonth #HappyPrideMonth #followme

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