giovedì 3 dicembre 2009

Film 25 - Amami se hai coraggio

Oggi pensavo di non fare in tempo a pubblicare il nuovo post prima di sera e invece, al solito, al CNR mi hanno dato buca e mi sono ritrovato con il pomeriggio libero. Per quanto mi faccia piacere non dover subire il gelo cittadino in piena faccia da ciclista convinto, mi scoccia un po' questo atteggiamento che è molto comune nell'ambiente.
Quindi, sbattendomene molto filosoficamente (solo una domanda: capa, ma quando cazzo mi paghi?!), mi godrò il tempo libero inaspettato scrivendo del nuovo film visto tra ieri sera e oggi.


Film 25: "Amami se hai coraggio" (2003) di Yann Samuell
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
Pensieri: Questo film mi è stato consigliato da Marco, che mi ha sfidato a non commuovermi per questa storia d'amore che parte dai banchi di scuola elementare e continua per la vita. Non mi sono commosso, alla fine è un film troppo francese per piacermi al 100%. Ha delle trovate interessanti e innovative, una bella proposta grafica che interagisce con la storia e questo mi ha molto esaltato. Mi ha ricordato subito il tv show "Pushing Daisies", quello col protagonista che può resuscitare i morti con un tocco. Gli effetti speciali palesemente tali (colori sgargianti, scenografie bidimensionalmente fittizie, immagini da libro pop-up) conferiscono alla storia quell'effetto giocoso da mondo infantile che rendono perfettamente l'atmosfera iniziale in cui Julien e Sophie si conoscono. Tutto è una sfida, per loro, un gioco che, man mano che si va avanti, diventa sempre più pericoloso. E qui parte la nota dolente. Ci sono situazioni talmente assurde da infastidire chi guarda. Io, perlomeno, non ne potevo più di vedere i due ragazzi che, ormai adulti, si rincorrono sapendo di amarsi ma essendo troppo orgogliosi per ammetterlo. Dovrebbe esserci poesia in tutto questo? Non lo so, personalmente avrei preferito meno autolesionismo gratuito e più vita. Vita vera intendo. Loro coinvolgono altre persone nella loro personale esperienza giocosa, mettono in gioco i sentimenti altrui, sempre sapendo che l'unico grande amore è il compagno di giochi d'infanzia. E vanno avanti così finchè non rischiano la morte (ma poi decidono di seppellirsi vivi nel cemento per lasciar immutato e duraturo il loro sentimento). Cioè, parliamone. Mi guardo un'ora e mezzo di tira e molla per poi vedervi seppelliti vivi?! Sti francesi mi lasciano sempre perplesso.
Però, sia chiaro, non posso dire che questo film sia brutto, nel complesso mi è piaciuto. Solo che non trovo efficace (da riversare su chi guarda) tutto il dolore e la sofferenza che i due protagonisti si scaricano addosso invece di amarsi e basta. Ovviamente se si fossero amati convenzionalmente dal primo istante sarebbe stata una storia normalissima e allora non avrebbe avuto alcun senso il film. Però trovo, come dicevo prima, che si sia un po' esagerato nell'estremizzare questa love story. Se tiri troppo la corda poi rischi che si spezzi. Qui è uguale. E' tanto il desiderio di raccontare una storia d'amore non convenzionale, estrema, oltre ogni limite, che ci si dimentica che c'è sempre uno spettatore dall'altra parte. Un qualcuno che guarda e che, dopo un po', potrebbe anche stufarsi. Essendo un film europeo, non ha le stesse tempistiche della commedia romantica USA, quindi è sicuramente un territorio da esplorare, per quanto mi riguarda. E sono aperto all'esperienza. Ma ho amato molto di più storie (francesi) d'amore non convenzionale come "Una lunga domenica di passioni", "Il favoloso mondo di Amélie" o "Louise-Michel". Qui c'è qualcosa che manca (ma non si poteva andare oltre la passione animale?) e qualcosa di troppo (ma non si poteva andare molto oltre la passione animale?!?!). Forse l'amore, quello vero, avrebbe dovuto farla più da padrone, giocare un ruolo più attivo e meno scontato. E' vero che questi due si amano, ma è anche vero che sono talmente testardi che non sanno dimostrarselo. E questa non è una grave pecca?
In sostanza direi che è un film che ho visto volentieri (seppur con i dubbi che mi sono rimasti) e che, senza Marco, non avrei mai guardato. E sarebbe stato un peccato, perchè mi sarei perso un film con Marion Cotillard, premio Oscar 2008 come miglior attrice per "La vie en rose", attrice sempre più protagonista e gradita del cinema di oggi. E' brava, non bellissima, ma estremamente affascinante. E molto francese (ha sempre le ballerine ai piedi nel film). Curioso che la canzone portante di "Amami se hai coraggio" sia proprio 'La vie en rose' della Piaf (sì, ancora quella canzone!), persona e personaggio con cui la Cotillard ha vinto il maggior riconoscimento mondiale per il cinema. Finisco con una nota finale negativa: i parenti di entrambi i ragazzi sono veramente antipatici. E gratuitamente. Perchè?
Consigli: E' un ottimo modo per approfondire la carriera di Marion Cotillard, un film piacevole e interessante sotto alcuni aspetti. Meglio guardarlo in coppia. Una dove C'E' amore.
Parola chiave: Giochi?




Ric

3 commenti:

  1. Copio-incollo a nome di Marco (impedito coi copia-incolla e la tecnologia in generale) il commento chilometrico a questo film, consigliatomi proprio da lui.
    "Nelle vesti di colui che ha consigliato la visione di questo film non potevo astenermi dal commentarlo!
    Anche per me l’approccio al film è nato su suggerimento e, nonostante le aspettative iniziali fossero decisamente tranquille, non ho potuto far a meno di commuovermi al termine della visione!
    L’effetto che un film sortisce sullo spettatore sono convinto dipenda più che dallo spessore di attori, trama e regia, che giocano un ruolo comunque decisivo nella buona riuscita del film, da quanto piuttosto lo spettatore stesso si riveda in quella pellicola e da quanto quegli stati d’animo rappresentati siano vicini o complementari ai suoi!
    Ecco perché il mio giudizio in questo caso pende totalmente a favore di “Giochi d’infanzia”, dal momento che la rappresentazione in esame ha così colpito nel segno per quello che mi riguarda che mi è stato impossibile riuscire a notare quelle imperfezioni ed incoerenze che pur sono presenti nel film! In tal senso il mio è un giudizio molto di parte e non so quanto sia compatibile con l’intento di questo blog che gradisce per lo più giudizi tenenti conto anche della struttura tecnica dei film!
    Tuttavia essendo un autentico profano in materia cinematografica non posso far altro che analizzare il film prevalentemente da un lato emotivo!
    E’ sicuramente un film per tutti perché il perno intorno al quale ruota l’intera storia è quello che tutti almeno una volta nella vita desiderano,vale a dire l’anima gemella; quindi magari l’unica banalità sta proprio nel aver scelto un immagine facilmente visualizzabile da tutti gli esseri umani e non particolarmente elitaria.
    Dico almeno una volta perché per fortuna non tutti poi mettono quell’idea al centro della propria esistenza, ma sono sicuro che anche solo per un attimo “Giochi d’infanzia” riesce a far riemergere in ciascuno di noi quel desiderio di eterno/immortale che personalmente detesto, ma che fa innegabilmente parte degli uomini!
    All’interno di questo macrocosmo onnicomprensivo (degli spettatori e dei rimanenti personaggi perfettamente superflui) collocherei un microcosmo in cui predomina il numero due!
    Due come i protagonisti, due come gli intenti che ogni film che si rispetti deve raggiungere: spingere alla riflessione e far sognare, in positivo o in negativo va comunque bene! “Giochi di infanzia” riesce in entrambi perché fa riflettere sulla propria personale concezione di amore e perché con le sue atmosfere fiabesche, con gli atteggiamenti dei due protagonisti, del tutto inconcepibili nella vita reale, allontana dall’aridità della vita vera per portarti più vicino a quella sognata!
    Il numero due continua ad essere la chiave di volta del film in quanto la sua magia sta nel proporre una duplice interpretazione della sessa cosa.
    Tocca allo spettatore scegliere quale lettura prediligere, se quella seria, drammatica e soffocante di un amore che non lascia fiato, totalizzante, che ti estranea dalla realtà per come sei abituato a conoscerla, che monopolizza l’attività cerebrale, che porta all’autodistruzione di entrambe le persone coinvolte!
    Ovvero scegliere la seconda interpretazione, cioè quella che ti fa vedere le cose come possibili solo all’interno di un gioco e di conseguenza irreali, lontane dalla nostra personale esperienza tangibile e per questo più sopportabili!
    In quest’ottica preferisco continuare a chiamare il film con il suo titolo originale, perché per accettare la storia in una connotazione realizzabile bisogna considerarla un eterna acchiapparella tra Julien e Sophie (il GIOCO) e osservarla con l’irrazionalità e libertà che si provano solo da bambini (l’INFANZIA).
    Io personalmente ho scelto la prima lettura!
    Giochi o non giochi?
    PS. Un’ altra visione che suggerisco è Strade Perdute!

    Marco"

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  2. ai cos'è? A me questo film non ha fatto sognare. I due punti fondamentali per una pellicola di cui parli (giustissimi!), per me in questo caso specifico non hanno funzionato. Ero talmente infastidito dal tira e molla che, alla fine, ho perso di vista il romantico, il poetico. E, di conseguenza, sono rimasto incollato alla realtà. Forse fuori dal mondo sogno, un po' di magia questo film la perde.
    Io avrei solo insistito meno sulla testardaggine autolesionista dei due, avrei coronato quello che per chiunque era palese, perfino per loro. Per quello non potevo fare a meno di chiedermi il perchè di certe cattiverie (verso l'altro e verso sé stessi).

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