venerdì 15 marzo 2024

Film 2260 - Bridget Jones's Diary

Intro: In un momento di incertezza cinematografica, ho cominciato la visione di una serie di film che avevo già visto in passato, spinto dalla certezza di dedicare il mio tempo a dei titoli che sapevo mi avrebbero lasciato soddisfatto.

Film 2260: "Bridget Jones's Diary" (2001) di Sharon Maguire
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non ricordo come mi sia tornato in mente questo film - forse mi è capitato di sentire "All By Myself" da qualche parte - sta di fatto che, capitato al momento giusto, l'ho subito voluto rivedere.
Simpatico, spensierato e con una meravigliosa Renée Zellweger nei panni dell'ormai famossissima Bridget Jones, il film ha retto perfettamente il passare del tempo e, nonostante gli oltre vent'anni dall'uscita nei cinema, funziona ancora alla perfezione.
Film 850 - Il diario di Bridget Jones
Film 2260 - Bridget Jones's Diary
Film 857 - Che pasticcio, Bridget Jones!
Film 1231 - Bridget Jones's Baby
Film 1591 - Bridget Jones's Baby
Cast: Renée Zellweger, Colin Firth, Hugh Grant, Jim Broadbent, Gemma Jones, Celia Imrie, Shirley Henderson, Embeth Davidtz, James Callis, Sally Phillips.
Box Office: $282 milioni
Vale o non vale: Romantico quanto basta, spiritoso e supportato da tre perfetti protagonisti capitanati da una Zellweger in formissima, "Bridget Jones's Diary" è il primo (e più riuscito) capitolo di una trilogia che, nonostante un tonfo con l'episodio successivo, riesce ancora ad incantare. E ogni tanto rivederlo ci sta.
Premi: Candidato all'Oscar per Miglior attrice protagonista (Zellweger). 4 nomination ai BAFTA per Miglior attrice protagonista, attore non protagonista (Firth), sceneggiatura non originale e film britannico dell'anno. 2 candidature ai Golden Globe per Miglior film musical/commedia e Miglior attrice protagonista. 1 nomination ai Grammy per Best Compilation Soundtrack Album for a Motion Picture, Television or Other Visual Media e 1 candidatura agli MTV Movie & TV Awards per il Miglior bacio (Zellweger e Firth).
Parola chiave: Amore.
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Bengi

giovedì 14 marzo 2024

Film 2259 - Wicked Little Letters

Intro: Cinemino con Marysia dopo una veloce bevuta con chiacchiera d'aggiornamento.

Film 2259: "Wicked Little Letters" (2023) di Thea Sharrock
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Marysia
In sintesi: il problema di vedersi per bere qualcosa al volo prima del cinema (dopo una giornata di lavoro) è sempre che, vuoi o non vuoi, finisco per addormentarmi. In questo caso particolare, però, devo dire che ho opposto resistenza con una certa veemenza, considerato quanto mi interessasse il film.
Quindi sì, ammetto di aver perso qualche colpo all'inizio, ma di fatto sono riuscito a seguire tranquillamente tutta la storia che, ammetto, ho trovato abbastanza divertente. Va detto che il trailer sia un più "animato" del film nella sua interezza, però il risultato finale funziona quanto basta a lasciare soddisfatti.
L'unica vera ragione di vago disappunto sta nella gestione della questione centrale di tutta la storia: chi scrive le lettere? Sarebbe carino scoprirlo nel finale, con un colpo di scena che premi lo spettatore dopo un'oretta e mezza di tentativi per indovinare che ci sia dietro tante parole infuocate.
Nella realtà, invece, la trama sceglie stranamente di rivelare chi sia lo Shakespeare della parolaccia già a metà del racconto, di fatto dandosi un po' la zappa sui piedi: non c'è il piacere di scoprire alla fine chi sia il colpevole, mancando quindi quell'effetto a sorpresa che avrebbe aiutato a trascinare meglio tutto il racconto fino in fondo. Diciamo che si rimane con un vago senso di insoddisfazione.
A parte ciò, grandissime performance da tutto il cast, magica chimica tra Jessie Buckley e Olivia Colman e menzione speciale per Timothy Spall che è sempre una garanzia ed è un piacere ritrovare per una volta in un ruolo più prominente.
Cast: Olivia Colman, Jessie Buckley, Anjana Vasan, Joanna Scanlan, Gemma Jones, Malachi Kirby, Lolly Adefope, Eileen Atkins, Hugh Skinner, Timothy Spall.
Box Office: $8,087,718 (ad oggi)
Vale o non vale: Commedia tutto sommato simpatica, che scorre veloce e con un buon cast. Sicuramente non per tutti i palati, considerando il numero di parolacce incluse (che poi francamente io non le ho capite tutte - però quello è più un fattore di svantaggio linguistico che altro - quindi per me il linguaggio è stato provocatorio fino a un certo punto).
Premi: /
Parola chiave: Inchiostro invisibile.
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venerdì 8 marzo 2024

Film 2258 - The Iron Claw

Intro: Visto le ottime recensioni ottenute dal film, ero davvero curioso di recuperarlo prima che lo togliessero dalla programmazione.

Film 2258: "The Iron Claw" (2023) di Sean Durkin
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: non fosse che è una storia vera, certe parti di "The Iron Claw" sembrano troppo assurde per essere vere. Al di là di questo, comunque, si tratta di uno dei migliori film che ho visto di recente.
Fortissimo a livello narrativo, supportato da una serie di performance di altissimo calibro (Zac Efron in testa, derubato di una nomination all'Oscar) e da una regia capace e in grado di comprendere le necessità legate a un prodotto che non solo si concentra sullo sport, ma su uno in particolare così coreografico e scenografato, il film di Sean Durkin funziona dall'inizio alla fine e racconta con tatto ma senza mai tirarsi indietro le gioie e, soprattutto, i dolori di una famiglia di wrestler, i Von Erich, che immola se stessa in nome della gloria legata ad uno sport che, dal di fuori, sembra tutto lustrini ed eccessi, ma quando osservato più da vicino si dimostra estremamente competitivo e pericoloso.
Una serie di sogni di gloria interrotti, una famiglia devastata, ma anche il racconto di cosa significhi trovare se stessi e ricominciare. "The Iron Claw" è, neanche a dirlo, un pugno nello stomaco, ma una di quelle pellicole che lascia qualcosa allo spettatore.
Cast: Zac Efron, Jeremy Allen White, Harris Dickinson, Maura Tierney, Stanley Simons, Holt McCallany, Michael Harney, Lily James.
Box Office: $41.9 milioni
Vale o non vale: Potente, ben girato e confezionato, con un cast di altissimo livello, "The Iron Claw" è uno dei gioiellini della passata stagione che avrebbe meritato molta più attenzione. Un ottimo film (il cui unico tallone d'achille sono le parrucche tremende).
Premi: /
Parola chiave: NWA Worlds Heavyweight Championship.
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giovedì 7 marzo 2024

Film 2257 - Mean Girls

Intro: Non so perché alla fine io e Niamh finiamo sempre per andare a vedere un musical...

Film 2257: "Mean Girls" (2024) di Samantha Jayne, Arturo Perez Jr.
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: è difficile riproporre un prodotto che ha funzionato originariamente così bene in chiave "aggiornata". In questo senso, il musical di "Mean Girls" pareva aver trovato la chiave giusta per riapprocciarsi al materiale originale con, in più, la scusa di portare al cinema il musical di successo originato a Broadway. Il denominatiore comune di tutte queste operazioni? Tina Fey.
La Fey, infatti, è stata artefice sia della sceneggiatura del primo film che del libretto del musical, per cui niente di più appropriato che riprendesse in mano il proprio lavoro e si dedicasse alla scrittura anche di questa storia. Non fosse che "Mean Girls" 2024 non funziona così bene come l'originale.
Per me il problema principale sta nel fatto che nessuna delle canzoni proposte qui funziana davvero o, per capirsi, rimane impressa. Il che, per una pellicola che ha alla sua base la musica, è già un grande problema. In aggiunta, questo "Mean Girls" cerca troppo disperatamente di tenersi al passo coi tempi, cambiando alcuni elementi chiave della storia o momenti cult - il balletto natalizio, la trasformazione di Cady in una delle Plastic (in italiano le Barbie) che di fatto quasi non avviene, alcuni dei sabotaggi a Regina che per qualche ragione vengono cambiati (penso alla maglietta con i buchi sul seno), il personaggio di Janis che qui non è etero (senza di fatto usare questo cambiamento in alcun modo, per poi relegare al finale la comparsata o quasi della fidanzata) e altri elementi ancora - che rovinano allo spettatore affezionato il piacere di ritrovare certi elementi cardine del film precedente in questa rivisitazione. Capiamoci, non ci sarebbe alcun problema nel cambiare le cose e aggiornarle, se solo il risultato finale funzionasse.
Un altro aspetto che qui non funziona sono i personaggi. Per quanto abbia apprezzato la combo Janis e Damian 2.0 (rispettivamente Auliʻi Cravalho e Jaquel Spivey), non mi è piaciuto il fatto che la narrazione della storia sia dal loro punto di vista. Così, di fatto, si toglie a Cady il potere della sua narrazione, relegandola a parte del racconto piuttosto che fulcro di esso. A peggiorare le cose, non credo che Angourie Rice sia in grado di reggere la parte di protagonista. Le sue doti vocali sono traballanti e, di fatto, le manca quel magnetismo e quel carisma che innegabilmente contraddistinguevano Lindsay Lohan nell'originale. Non solo la sua Cady è in grado di essere sexy e sensuale, ma è allo stesso tempo credibile nei panni della liceale che ha sempre studiato a casa e si sente fuori posto in un mondo a lei totalmente sconosciuto, ovvero il liceo. Questa Cady, invece, funziona solo nei panni della nerd spaesata.
In aggiunta, Aaron Samuels (Christopher Briney in un ruolo che assolutamente non gli si addice) in questa storia ha come unica caratteristica quella di essere l'oggetto delle contese amorose di Cady e Regina George (Reneé Rapp), altro non gli è concesso a livello narrativo. E, parlando di Regina George, non trovo che la Rapp riesca ad emulare il livello di iconicità suscitato dalla precedente performance di Rachel McAdams. Mi rendo conto che fossero panni alquanto ingombranti da dover vestire e, va detto, il suo è l'unico personaggio che davvero lascia il segno, sta di fatto che la performance generale funziona quando pensata nel contesto di questo film del 2024, ma non regge il confronto con l'originale di 20 anni fa. Questo è ancora più vero nel finale, quando Regina si ravvede all'ultimo secondo, di fatto buttando alle ortiche tutto ciò che ha simboleggiato il personaggio fino a quel momento in nome di un happy ending piuttosto insoddisfacente.
Insomma, per quanto il musical di "Mean Girls" non sia un prodotto terribile, ha il grande svantaggio di confrontarsi con un originale che, per tanti motivi, è passato alla storia e con il quale l'inevitabile confronto non fa che accentuare tutti quegli elementi che non funzionano. Se poi ci mettiamo che nemmeno quella parte di novità che si porta con sé questa pellicola (le canzoni) siano niente di memorabile, si fa presto a capire perché il risultato finale possa lasciare delusi i fan del primo film.
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Cast: Angourie Rice, Reneé Rapp, Auliʻi Cravalho, Christopher Briney, Jaquel Spivey, Avantika, Bebe Wood, Jenna Fischer, Busy Philipps, Tim Meadows, Lindsay Lohan, Jon Hamm, Ashley Park, Tina Fey.
Box Office: $104.1 milioni
Vale o non vale: Continuo a rimanere dell'opinione che non ci fosse bisogno di un nuovo "Mean Girls", nemmeno in chiave musicale. Detto ciò - e visto che ce lo abbiamo - non trovo che ci sia una particolare necessità di recuperare questa pellicola, a meno che non si sia fan della versione di Broadway, dei musical in generale o, almeno in parte, della pellicola originale.
Premi: /
Parola chiave: The Burn Book.
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lunedì 4 marzo 2024

Film 2256 - Anyone But You

Intro: Passati i fasti del compleanno la sera prima, il 10 febbraio sono andato al cinema per recuperare un film facile facile che volevo vedere prima che uscisse dalla programmazione.

Film 2256: "Anyone But You" (2023) di Will Gluck
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: era da un po' di tempo che non usciva una commedia romantica intesa nel più classico senso del termine e, lo ammetto, ritrovare questo genere mi ha fatto piacere.
Poi "Anyone But You" non ridefinisce certo i canoni di questo tipo di prodotto e, tutto sommato, il risultato finale non è certo eclatante, eppure non posso dire di non aver seguito questa storiella con piacere.
Piacevole quanto basta, fedele alle aspettative e con due bei protagonisti che si mettono sufficientemente in gioco, questo film è esattamente ciò che ci si aspetta, overo un prodotto di facile consumo che aiuta a spegnere il cervello per un'oretta e mezza di spensieratezza e sogno. Nulla di più e non c'è niente di male.
Cast: Sydney Sweeney, Glen Powell, Alexandra Shipp, GaTa, Hadley Robinson, Michelle Hurd, Dermot Mulroney, Darren Barnet, Bryan Brown, Rachel Griffiths.
Box Office: $207.1 milioni
Vale o non vale: Commedia romantica che segue i canoni del genere e consegna allo spettatore esattamente quello che promette, un prodotto facile e divertente quanto basta per un momento di spensieratezza e cervello a sinapsi spente.
Premi: /
Parola chiave: Matrimonio.
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venerdì 1 marzo 2024

Film 2255 - American Fiction

Intro: Il trailer e le numerose nomination alle varie cerimonie di premiazione mi hanno incuriosito, per cui ha recuperato questa pellicola non appena ne ho avuto l'occasione.

Film 2255: "American Fiction" (2023) di Cord Jefferson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: dal trailer avevo avuto l'impressione che il film fosse decisamente più divertente o che, quantomeno, propendesse di più per l'aspetto comico della vicenda. In realtà il risultato finale è sì, piacevole, ma non esattamente una commedia in senso stretto.
In particolare è la premessa che getta le basi per gli elementi comici del racconto, ma in realtà, man mano che il racconto procede, sono sempre meno le parti comiche e la storia si concentra di più sugli aspetti drammatici della vicenda.
Onestamente e personalmente avrei gradito di più che venissero esplorate le possibilità della trama connesse alla comicità - scrittore impegnato che non vede il successo dall'uscita del primo libro, finisce per scriverne uno che racchiude tutti gli stereotipi legati all'essere afroamericani e ritrovare istantaneamente il successo (pur decidendo di pubblicare il romanzo sotto pseudonimo) - mentre in realtà si finisce per parlare un sacco della famiglia di Monk (Jeffrey Wright) e dei vari problemi e situazioni che si susseguono.
Tutto sommato ho gradito la visione di "American Fiction", ma non è stato il film che mi aspettavo.
Cast: Jeffrey Wright, Tracee Ellis Ross, John Ortiz, Erika Alexander, Leslie Uggams, Adam Brody, Issa Rae, Miriam Shor, Myra Lucretia Taylor, Sterling K. Brown.
Box Office: $21.8 milioni
Vale o non vale: Onestamente non descriverei questo film come commedia, quanto più come una pellicola drammatica a cui si alternano momenti divertenti (specialmente all'inizio). Jeffrey Wright fa, come sempre, un egregio lavoro, Tracee Ellis Ross speravo avesse una parte più prominente e il personaggio di Sterling K. Brown è insostenibile. "American Fiction" non è decisamente un prodotto per tutti, ma bilancia bene un'idea di partenza molto commerciale (che ha un buon appeal per il grabde pubblico) all'anima di fatto piuttosto "indie" del prodotto finale.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar per Miglior film, attore protagonista (Wright), attore non protagonista (Brown), sceneggiatura non originale e colonna sonora. Vincitore del BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale. 2 nomination ai Golden Globe per il Miglior film musical/commedia e attore protagonista.
Parola chiave: Libro.
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giovedì 29 febbraio 2024

Film 2254 - Dial M for Murder

Intro: Qualche sera prima l'annosa scelta del film da vedere si era giocata tra questo titolo e "Mommie Dearest", che poi abbiamo visto. Così la scelta per cosa vedere per la seconda serata cinematografica è stata più facile del previsto.

Film 2254: "Dial M for Murder" (1954) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: ma cosa si può dire di questo film, se non capolavoro?
Basta, non serve altro.
Film 603 - Dial M for Murder 3D
Film 2254 - Dial M for Murder
Cast: Ray Milland, Grace Kelly, Robert Cummings, John Williams.
Box Office: $6 milioni
Vale o non vale: Fan di Hitchcok o meno, questo è davvero un bellissimo thriller da seguire avidamente (meglio non perdersi alcun dettaglio!).
Premi: Candidato al BAFTA per la Miglior attrice straniera (Kelly).
Parola chiave: Lettera.
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Film 2253 - Burlesque

Intro: Era da un po' che non rivedevo questo film e per qualche motivo mi era tornata voglia...

Film 2253: "Burlesque" (2010) di Steve Antin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente non capisco come "Burlesque" non abbia sbancato considerata la "dose" di omosessualità che trasuda questa pellicola, comunque tutto considerato il film ha fatto meglio di tanti altri con simili premesse.
A mio avviso le canzoni sono praticamente tutte ottime, Cher è marmorea e a malapena si muove, Christina Aguilera non sfigura (anche se certe parrucche...) e il risultato finale è godibile e a tratti surreale (i diritti di sopraelevazione, un piccolo club di Los Angeles che finisce sulle prime pagine dei giornali perché una delle sue performer un giorno si sveglia e canta dal vivo, Stanley Tucci in un altro ruolo gay dopo "Il diavolo veste Prada"). Insomma, per me cult.
Film 209 - Burlesque
Film 226 - Burlesque
Film 251 - Burlesque
Film 376 - Burlesque
Film 1161 - Burlesque
Film 1643 - Burlesque
Film 2253 - Burlesque
Cast: Cher, Christina Aguilera, Eric Dane, Cam Gigandet, Julianne Hough, Alan Cumming, Peter Gallagher, Kristen Bell, Dianna Agron, James Brolin, Stanley Tucci.
Box Office: $90.5 milioni
Vale o non vale: Non per tutti, ma sicuramente per molti della comunità LGBTQ, "Burlesque" tutto sommato invecchia bene e porta i suoi 14 anni con sorprendente disinvoltura.
Premi: Candidato a 3 Golden Globe per Miglior film musical/commedia e canzone originale per "Bound to You" e "You Haven't Seen the Last of Me", ha vinto per quest'ultima. 2 nomination ai Grammy del 2012 per Best Song Written for Visual Media e Best Compilation Soundtrack for Visual Media. 1 nomination per peggior attrice non protagonista (Cher) ai Razzie Award. Christina Aguilera è stata nominata all'MTV Movie & TV Awards per la Miglior performance femminile esordiente.
Parola chiave: Air rights.
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lunedì 26 febbraio 2024

Film 2252 - Mommie Dearest

Intro: Ne avevo sempre sentito parlare, ma non avevo mai avuto l'occasione di vederlo. Finalmente qualche settimana fa è giunto il momento...

Film 2252: "Mommie Dearest" (1981) di Frank Perry
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: non sapevo bene cosa aspettarmi da questo "Mommie Dearest", principalmente perché negli anni ne avevo sentito parlare malissimo oppure sentito citare da svariati concorrenti, quando non Rupaul stesso, nei vari franchise di Drag Race. Altro non sapevo.
Di fatto, preparato com'ero alla straripanza camp, ho davvero apprezzato questo film nella sua assurda esagerazione e ho finalmente compreso il motivo di tanto apprezzamento della comunità LGBT: la storia incredibile, la protagonista senza freni, lo scorcio della vita glamour di una star hollywoodiana a cui si susseguono retroscena scabrosi tra abusi e deliri... insomma, è tutto talmente eccessivo da risultare, inevitabilmente, iconico (ma non per i motivo che la produzione i aspettava).
Faye Dunaway fa il film insieme alla storia - tratta dall'autobiagrafia omonia scritta da Christina Crawford, la figlia adottiva dell'attrice - in una combinazione esplosiva di fatti raccontati all'ennesima potenza, per un risultato finale inaspettatamente comico che, pur involontario, finisce per regalare al film lo stato di titolo di culto.
Cast: Faye Dunaway, Steve Forrest, Diana Scarwid, Howard da Silva, Rutanya Alda.
Box Office: $25 milioni
Vale o non vale: Non una buona pellicola, ma sicuramente una di cui parlare. Ci sono tantissime frasi celebri tratte da questo film e può essere divertente vedere quante se ne conoscono oppure scoprirne altre che non si sapeva fossero state create per questo titolo. Iconico per tutta una serie di motivi, vedere per credere.
Premi: Candidato a 9 Razzie Awards nel 1982, ne ha vinti 7 - tra cui peggior film, attrice, attore e attrice non protagonisti (rispettivamente Steve Forrest e Diana Scarwid) e sceneggiatura - a cui se n'è aggiunto uno nel 1992 per peggior film del decennio. Nel 2005 il film è stato ulteriormente candidato, questa volta senza vincere, nella categoria peggior film degli ultimi 25 anni.
Parola chiave: Proper.
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sabato 24 febbraio 2024

Film 2251 - Nuovo Olimpo

Intro: Mi era stato consigliato di vederlo e ho deciso di dare finalmente una chance a questo film.

Film 2251: "Nuovo Olimpo" (2023) di Ferzan Özpetek
Visto: dal computer di casa
Lingua: italiano
Compagnia: nessuno
In sintesi: non un capolavoro - specialmente nel finale - ma un prodtto interessante che ho seguito con piacere.
La premessa non è particolarmente innovativa - due uomini si conoscono e si piacciono, iniziano una frequentazione, ma per un motivo o per un altro si perdono di vista, per poi ritrovarsi anni dopo per caso, entrambe le loro vite completamente differenti - ma devo ammettere che la parte iniziale della storia mi abbia preso, complice un amore omosessuale con cui non fatico a identificarmi.
Il resto dello svolgimento della pellicola è più generico, le vicende si mischiano, le vite prendono pieghe inaspettate, le scelte di ognuno portano verso strade differenti: niente di nuovo, si diceva, ma comunque veritiero. Quello che mi ha garbato meno è l'epilogo, per così tanto tempo accennato e poi così rapidamente consumato: speravo, volevo e mi aspettavo qualcosa di più incisivo che tirasse le somme di un amore, un ricordo, durati nel tempo e troppo banalmente utilizzati dalla storia che preferisce virare per la scelta più plausibile, sì, ma comunque realizzazta in maniera troppo frettolosa.
Tutto sommato, comunque, "Nuovo Olimpo" funziona e si colloca bene nella filmografia di Özpetek.
Per concludere, un aspetto positivo e uno negativo di questo film (entrambi legati a una performance attoriale): Luisa Ranieri è pazzesca nel ruolo di Titti, un ruolo che interpreta magnificamente e con una naturalezza ipnotica e spiazzante; diametralmente opposta la performance di Alvise Rigo (qui Antonio), bisteccone inespressivo con capacità recitativa inesistente (non mi spiego come abbiano potuto offrirgli una parte tanto centrale nella storia, ogni volta che è in scena sorge un crescente senso di imbarazzo).
Cast: Damiano Gavino, Andrea Di Luigi, Luisa Ranieri, Greta Scarano, Aurora Giovinazzo, Alvise Rigo, Giancarlo Commare.
Box Office: /
Vale o non vale: Chi apprezza la filmografia di Özpetek sicuramente troverà in "Nuovo Olimpo" un gradito ritorno dell'acclamato regista. Brava la coppia di protagonisti, Luisa Ranieri magnifica, bella fotografia e - finalmente - un film a tema omosessuale che non ha paura di mostrare i corpi nudi di due uomini che si piacciono.
Premi: /
Parola chiave: Incidente.
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martedì 20 febbraio 2024

Film 2250 - All of Us Strangers

Intro: Molto, molto curioso di recuperare questo film dopo aver visto il trailer prima di "Poor Things", sono andato al cinema con grandi aspettative e, sopratutto, alla ricerca di una storia d'amore a tinte gay.

Film 2250: "All of Us Strangers" (2023) di Andrew Haigh
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Paul
In sintesi: non penso si possa definire "All of Us Strangers" come una vera e propria storia d'amore gay. Gli elementi ci sono, ma non a sufficienza per annoverare questo titolo nella sola categoria LGBTQ. E per me, lo ammetto, questo è il primo problema del film.
Pubblicizzando la storia per qualcosa che non è, di fatto il trailer svia lo spettatore rispetto quello che sarà il vero focus del racconto: la famiglia di Adam (Andrew Scott). Ovviamente non c'è nessun problema che la storia si concentri su un dramma familiare piuttosto che uno amoroso, il punto è che il film pareva promettere qualcos'altro.
Da aggiungere alla problematica appena elencata, il fatto che si finirà per sbarcare *SPOILER* nel soprannaturale - che non mi aspettavo e non cercavo per un prodotto del genere, sinceramente - per un finale che mi ha generato una tremenda confusione in testa in termini di cosa fosse reale, cosa immaginato dal protagonista, cosa si fosse realmente verificato. Questo non sarebbe necessariamente problematico, non fosse che la rivelazione poco prima dei titoli di coda è scioccante e mette in discussione tutta una serie di fili narrativi che davvero ci si interroga se non sia stato quasi tutto un sogno. E se lo è stato, anche se solo in parte, allora si sminuisce in parte il valore della storia che si racconta qui. Aggiungo, poi, che l'ultima scena mi ha lasciato veramente perplesso.
Insomma, è evidente che cercassi e mi aspettassi altro da "All of Us Strangers", una pellicola con cui ho faticato a trovare una connessione che andasse oltre la bravura innegabile di Andrew Scott (che avrebbe meritato una nomination all'Oscar). Scott e Mescal come coppia da grande schermo funzionano alla grande e sarebbe stato interessare vedere più di loro insieme. Il dramma familiare ha un che di interessante nell'approccio particolare che sceglie la trama - ispirata al romanzo "Strangers" di Taichi Yamada - anche se ammetto che alla lunga dopo un po' avrei preferito si tornasse a concentrarsi sulla relazione amorosa.
Il film ha evidentemente un valore artistico, è ben girato e recitato benissimo, per cui non vorrei si pensasse che si tratti di un brutto prodotto. Semplicemente non ha soddisfatto le mie aspettative.
Cast: Andrew Scott, Paul Mescal, Jamie Bell, Claire Foy.
Box Office: $12.9 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: E' un film triste, meglio essere preparati. La storia non soddisferà tutti, confonde in molti passaggi.
Premi: Candidato al Golden Globe per il Miglior attore protagnista drammatico (Scott). 6 nomination ai BAFTA per Miglior regia, sceneggiatura non originale, attore non protagonista (Mescal), attrice non protagonista (Foy), casting e film britannico dell'anno.
Parola chiave: Genitori.
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venerdì 16 febbraio 2024

Film 2249 - Poor Things

Intro: Ammetto che non avessi intenzione originariamente di vedere questo film. Poi hanno cominciato a parlarne bene tutti, così alla fine mi sono convinto.

Film 2249: "Poor Things" (2023) di Yorgos Lanthimos
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: le pellicole precedenti di Lanthimos che ho visto mi sono piaciute tutte (tranne "The Killing of a Sacred Deer") per cui risultava strano a me per primo che mancassi di curiosità nei confronti del suo ultimo progetto. Credo che, per me, l'aspetto visivo fosse il primo deterrente: in un momento personale in cui (ancora) fatico ad approcciarmi a prodotti drammatici emotivamente provanti, l'idea che mi ero originariamente fatto di "Poor Things" era che potesse essere uno di quei film complessi, un po' cerebrali, tendenzialmente d'essai. Ovvero tutto ciò per cui non riesco a sviluppare un interesse ultimamente.
Poi, con tutto il clamore ottenuto, mi sono lasciato convincere e, devo dire, di fatto il film non mi è dispiaciuto. Ammetto che non sia una di quelle storie che sento il bisogno di rivivere - ovvero, vista la pellicola una volta sono contento così - però sicuramente "Poor Things" è un'esperienza visiva che, se si è appassionati di cinema contemporaneo, va fatta. Lanthimos è chiaramente un grande narratore e artista che, in questo caso, ha più che mai lasciato libera la sua creatività, confezionando un prodotto stilisticamente meraviglioso e artisticamente interessante. Oltre a lui, il merito va ovviamente a una Emma Stone mai così assorbita in un ruolo che ne mettesse alla prova le capacità (non solo recitative in questo caso, dato che qui è anche produttrice del film, ergo la Stone è anche candidata all'Oscar per il Miglior film quest'anno). A lei va tutto il merito di portare sulle spalle un prodotto complicato e complesso e, soprattutto, non facile da "vendere" al pubblico. Se il risultato finale funziona è anche per merito suo. Tra l'altro secondo me è possibile che la Stone vinca il suo secondo Oscar per la sua performance, anche se sarà difficile battere la Lily Gladstone di "Killers of the Flower Moon" (anche per una questione un po' politica a dire il vero, ma quella è un'altra storia).
Detto cioò, ho trovato "Poor Things" un po' troppo lungo per i miei gusti (142 minuti), in particolare mi è risultata "faticosa" la parentesi portoghese - per quanto spettacolare in termini visivi - probabilmente anche in conseguenza del fatto che l'antipatico personaggio interpretato da Mark Ruffalo in questo capitolo è molto presente.
A prescindere, comunque, avrei un po' sforbiciato qui e là, specialmente una parte iniziale particolarmente disorientante che mi ha lasciato per troppo tempo a chiedermi a cosa stessi assistento, sottraendo la mia attenzione dal film.
Particolarmente godibile, invece, la parentesi francese in cui Bella (Stone) matura una consapevolezza di sé stessa e del suo corpo che fino a quel momento non aveva. Quella che sarebbe potuta essere la parte più difficile della storia da digerire risulta, invece, divertente e sorprendentemente "self-aware".
Tutto sommato, quindi, una visione godibile di un prodotto artisticamente ricchissimo (costumi, scenografie, musiche, fotografia) che, insieme ad altri titoli più pop della passa stagione, la fa da padrone in una stagione cinematografica altrimenti particolarmente priva di ispirazione.
Cast: Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef, Christopher Abbott, Margaret Qualley, Jerrod Carmichael, Hanna Schygulla.
Box Office: $90.5 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Lanthimos si spinge ancora oltre "The Favourite" e confeziona una pellicola che, ad oggi, sembra essere la continuazione naturale di tutto ciò che ha portato precedentemente al cinema: più colorato, più audace, ancora più creativo, "Poor Things" è un altro film con una forte protagonista femminile, un'altra storia profondamente personale - del resto cosa c'è di più personale del trovare se stessi? - nonché un altro titolo dallo humor provocatorio, ma estremamente efficace. Insomma, nel marasma di robaccia che esce ultimamente, fatevi un regalo e date una chance a questa pellicola. Magari non è il vostro genere, ma almeno è un prodotto creativo che ha qualcosa da dire, nonché da mostrare.
Premi: Candidato a 11 premi Oscar per il Miglior film, regia, attrice protagonista (Stone), attore non protagonista (Ruffalo), sceneggiatura non originale, fotografia, scenografia, colonna sonora, montaggio, cortumi, make-up e acconciature. Vincitore di 2 Golden Globes per Miglior film musical/commedia e attrice protagonista (Stone) su 6 nomination (per regia, sceneggiatura, colonna sonora e i due attori non protagonisti Ruffalo e Dafoe). 11 nomination ai BAFTA per Miglior film, regia, attrice protagonista, sceneggiatura non originale, colonna sonora, montaggio, fotografia, costumi, scenografia, make-up e acconciature, effetti speciali e film britannico dell'anno. Il film ha vinto il Leone d'oro alla Mostra del cinema di Venezia 2023.
Parola chiave: Experiment.
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#HollywoodCiak
Bengi

martedì 13 febbraio 2024

Film 2248 - Night Swim

Intro: Dopo un film diretto da James Wan ("Aquaman 2"), un film prodotto da James Wan.

Film 2248: "Night Swim" (2024) di Bryce McGuire
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh, Marysia
In sintesi: non c'è veramente molto da dire su questo film, sciocco horror con poca immaginazione che manca di qualsivoglia momento di paura.
La storia è delle più banali (famiglia si trasferisce e la casa ha qualcosa che non va), ma non è neanche il vero problema. Il punto qui è che tutta la "mitologia" dietro la piscina maledetta non è spiegata, non si capisce da dove arrivi quest'acqua che garantisce i desideri richiedendo il sacrificio di un'anima, né come o da chi abbia avuto origine la fonte né, se vogliamo, il perché di tutta la faccenda.
Se il senso era concentrarsi su cosa accadrebbe ai malcapidati che nuotano in una piscina del terrore, allora tanto valeva focalizzarsi solo su questo aspetto del racconto. Tutta la dietrologia con cui la trama tenta di spiegare il fenomeno dietro all'idea di base della storia, così come viene formulata nel film, non funziona. Ed è un peccato, perché Kerry Condon è un'attrice bravissima (che qui porta tutta la baracca sulle proprie spalle) e merita progetti migliori.
Cast: Wyatt Russell, Kerry Condon, Amélie Hoeferle, Gavin Warren, Jodi Long, Nancy Lenehan.
Box Office: $46.6 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Si salva solo Kerry Condon (Wyatt Russell è particolarmente "cane" in questa interpretazione), per il resto "Night Swim" non si guarda.
Premi: /
Parola chiave: Acqua.
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#HollywoodCiak
Bengi

Film 2247 - Aquaman and the Lost Kingdom

Intro: Tornato a Dublino, ricomincio il mio pellegrinaggio cinematografico con un titolo uscito prima di Natale e che non ero riuscito ancora a recuperare.

Film 2247: "Aquaman and the Lost Kingdom" (2023) di James Wan
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Kate
In sintesi: non che il primo film mi fosse particolarmente piaciuto, ma con questo secondo capitolo mi pare che le cose siano solo che peggiorate.
Confuso e caotico, brutto da guardare (gli effetti speciali sono tremendi) e in generale con veramente poco da aggiungere in termini di progressione della storia, "Aquaman and the Lost Kingdom" è un sequel innecessario che, forse, avrebbe funzionato qualche anno fa quando i film sui supereroi avevano ancora successo a prescindere dal contenuto, ma non nell'annus horribilis di DC e Marvel e in un contesto attuale che che vede un affaticamento generale dei titoli di questo genere (e il box-office ne ha dato ulteriore prova).
Film 1708 - Aquaman
Film 2247 - Aquaman and the Lost Kingdom
Cast: Jason Momoa, Patrick Wilson, Amber Heard, Yahya Abdul-Mateen II, Randall Park, Dolph Lundgren, Temuera Morrison, Martin Short, Nicole Kidman.
Box Office: $429.7 milioni (ad oggi)
Vale o non vale: Solo per gli amanti sfegatati del genere o chi apprezzi i prodotti cinematografici della DC.
Premi: /
Parola chiave: Tridente.
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#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 1 febbraio 2024

Film 2246 - C'è ancora domani

Intro: Finalmente ripreso dal weekend casalingo a causa della febbre, con cuggy decidiamo di andare a recuperare il film italiano dell'anno per capire se, effettivamente, meritasse tutt le magnifiche critiche che si è aggiuticato o se, invece, fosse solo tanto rumore per nulla.

Film 2246: "C'è ancora domani" (2023) di Paola Cortellesi
Visto: al cinema
Lingua: italiano
Compagnia: Fre
In sintesi: probabilmente il film più bello del 2023 che ho visto.
Non sapevo bene cosa aspettarmi da "C'è ancora domani" perché, prima di vederlo, ne avevo solamente sentito parlare o letto recensioni e/o articoli, specialmente riguardo alla sorprendente performance al box-office nostrano. Con una "presentazione" tanto impressionante, sono arrivato al cinema con non pochi dubbi rispetto a quanto avrei genuinamente apprezzato questa pellicola.
Dalla prima scena, con quello schiaffo così inaspettato, il film della Cortellesi (qui al suo esordio da regista) mi ha da subito coinvolto: la storia di Delia è presentata con crudo realismo alternato a momenti di inaspettata comicità, in un crescendo di emozioni che, verso il finale, incolla letteralmente alla sedia. Mi ha colpito in particolare quest'ultimo aspetto, perché era da molto tempo che la storia di un film non mi appassionasse in questo modo, a maggior ragione un prodotto di questo genere che punta tutto sul piano emotivo e, dunque, si gioca l'interesse e coinvolgimento dello spettatore tutto su un piano personale e non oggettivo. Per capirci, questo non è un thriller in cui certi elementi della trama implicano necessariamente quale sia la posta in gioco e, di conseguenza, le sensazioni percepite da chi guarda saranno per ciascuno differenti sulla base della propria esperienza, empatia e interesse nei confronti di quello che sta guardando. In questo senso trovo che "C'è ancora domani" faccia un lavoro eccezionale e metta sapientemente in scena, uno dopo l'altro, gli elementi centrali alla storia che, pian piano, finiscono per delineare un quadro chiaro ed efficace, fornendo allo spettatore tutti gli strumenti necessari a comprendere il punto di vista della protagonista e degli altri personaggi principali. Il che contribuisce ad enfatizzare ulteriormente il percorso di Delia e a far comprendere perché a) per lei sia così importante non mancare all'appuntamento segreto e b) quanto ancora più significativi siano i sacrifici che è disposta a fare e impressionanti la sua capacità di subire tutti quegli abusi in nome della causa in cui silenziosamente crede.
Ammetto che il finale mi abbia particolarmente spiazzato e, umanamente, ho faticato ad accettare che dopo tutto l'investimento emotivo nei confronti della storia di Delia, la storia venga conclusa con un colpo di scena così inaspettato e diametralmente opposto alle aspettative maturate durante la visione. Detto ciò, capisco il motivo di una scelta del genere e, anzi, trovo ammirevole come la sceneggiatura riesca a confeionare un finale tanto coerente nonostante la necessità di dover nascondere per tutto il tempo il vero senso finale della storia.
Insomma, "C'è ancora domani" è un gran bel film, ben realizzato e recitato particolarmente bene (cosa rara per un film italiano), lascia molto su cui riflettere e regala uno spaccato spiazzante senza mai far leva sulla pietà, per un risultato finale sorprendente e appassionante. Paola Cortellesi, per tanti motivi, ha fatto un piccolo miracolo.
Cast: Paola Cortellesi, Valerio Mastandrea, Romana Maggiora Vergano, Emanuela Fanelli, Giorgio Colangeli, Francesco Centorame, Vinicio Marchioni.
Box Office: $38,883,607
Vale o non vale: Per i pochi che ancora in Italia non lo abbiano ancora visto, correte al cinema. Un titolo imperdibile, una storia che va vista e che ci ricorda, oggi come non mai, quanto sia importante parlare nel nostro paese di violenza sulle donne e diritti, nonché interrogarsi sul tipo di società cui facciamo parte, cosa sia necessario cambiare, cosa vogliamo cambiare. Per alcuni un film è solo un film, ma a volte le discussioni e il mettersi in discussione parte anche dagli spunti più inaspettati.
Premi: Premio speciale della giuria e menzione speciale come miglior opera prima alla 18esima edizione della Festa del Cinema di Roma.
Parola chiave: Lettera.
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#HollywoodCiak
Bengi