venerdì 12 aprile 2024

Film 2265 - The Zone of Interest

Intro: Forse non è stata una grande idea andare a vedere questo film dopo un aperitivo a base di due spritz a stomaco vuoto...

Film 2265: "The Zone of Interest" (2023) di Jonathan Glazer
Visto: al cinema
Lingua: tedesco
Compagnia: Niamh
In sintesi: lo ammetto, a un certo punto mi sono addormentato. Non perché il film non mi stesse piacendo, ma a causa delle circostanze (stanchezza, lunga giornata lavorativa, spritz, storia dal ritmo piuttosto lento, pochi dialoghi). Insomma, una pellicola come questa - in tedesco, sottotitolata in inglese e riguardo a una tematica complessa - merita una visione più consapevole e meno "casuale", diciamo. A nostra discolpa, questa non era la nostra scelta per la serata, ma una volta che ci hanno cancellato la prenotazione per "Argylle", l'unica altra alternativa era questo titolo. Col senno di poi, non la scelta giusta. Ripeto, però, che non è colpa di The Zone of Interest"The Zone of Interest".
Cast: Christian Friedel, Sandra Hüller, Johann Karthaus, Luis Noah Witte, Nele Ahrensmeier, Lilli Falk, Medusa Knopf, Maximilian Beck.
Box Office: $43.7 milioni
Vale o non vale: Bisogna essere preparati alla visione. E' un film impegnativo visto il tema importante (Seconda guerra mondiale, nazisti, campo di concentramento) e richiede attenzione. Non per tutti, non per ogni occasione.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar, tra cui Miglior film, regia e sceneggiatura non originale, il film ha vinto per Miglior film straniero e Miglior sonoro.
Parola chiave: Auschwitz.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

venerdì 5 aprile 2024

David di Donatello 2024: nomination e vincitori

David di Donatello 2024

Miglior film
C'è ancora domani, regia di Paola Cortellesi
Il sol dell'avvenire, regia di Nanni Moretti
Io capitano, regia di Matteo Garrone
La chimera, regia di Alice Rohrwacher
Rapito, regia di Marco Bellocchio

Miglior regia
Nanni Moretti – Il sol dell'avvenire
Matteo Garrone – Io capitano
Andrea Di Stefano – L'ultima notte di Amore
Alice Rohrwacher – La chimera
Marco Bellocchio – Rapito

Miglior regista esordiente
Paola Cortellesi – C'è ancora domani
Giacomo Abbruzzese – Disco Boy
Micaela Ramazzotti – Felicità
Michele Riondino – Palazzina Laf
Giuseppe Fiorello – Stranizza d'amuri

Migliore sceneggiatura originale
Furio Andreotti, Giulia Calenda e Paola Cortellesi – C'è ancora domani
Francesca Marciano, Nanni Moretti, Federica Pontremoli e Valia Santella – Il sol dell'avvenire
Matteo Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini e Andrea Tagliaferri – Io capitano
Alice Rohrwacher, Marco Pettenello e Carmela Covino – La chimera
Maurizio Braucci e Michele Riondino – Palazzina Laf

Migliore sceneggiatura adattata
Pietro Marcello, Maurizio Braucci e Maud Ameline – Le vele scarlatte
Giorgio Diritti e Fredo Valla – Lubo
Emma Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta – Misericordia
Sydney Sibilia e Armando Festa – Mixed by Erry
Marco Bellocchio, Susanna Nicchiarelli, Edoardo Albinati e Daniela Ceselli – Rapito

Miglior produttore
Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per Wildside, Vision Distribution in collaborazione con Sky e Netflix – C'è ancora domani
Nicola Giuliano, Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri per Indigo Film, Pierpaolo Verga, Edoardo De Angelis per O' Groove, Paolo Del Brocco per Rai Cinema, Attilio De Razza per Tramp Limited, Mariagiovanna De Angelis per Vgroove, Antonio Miyakawa per Wise Pictures – Comandante
Giulia Achilli, Marco Alessi, Lionel Massol, Pauline Seigland e André Logie – Disco Boy
Archimede, Rai Cinema, Pathe e Tarantula – Io capitano
Carlo Cresto-Dina con Rai Cinema – La chimera

Miglior attrice protagonista
Linda Caridi – L'ultima notte di Amore
Paola Cortellesi – C'è ancora domani
Isabella Ragonese – Come pecore in mezzo ai lupi
Micaela Ramazzotti – Felicità
Barbara Ronchi – Rapito

Miglior attore protagonista
Antonio Albanese – Cento domeniche
Valerio Mastandrea – C'è ancora domani
Pierfrancesco Favino – Comandante
Josh O'Connor – La chimera
Michele Riondino – Palazzina Laf

Migliore attrice non protagonista
Barbora Bobulova – Il sol dell'avvenire
Emanuela Fanelli – C'è ancora domani
Alba Rohrwacher – La chimera
Isabella Rossellini – La chimera
Romana Maggiora Vergano – C'è ancora domani

Miglior attore non protagonista
Giorgio Colangeli – C'è ancora domani
Elio Germano – Palazzina Laf
Adriano Giannini – Adagio
Vinicio Marchioni – C'è ancora domani
Silvio Orlando – Il sol dell'avvenire

Migliore autore della fotografia
Davide Leone – C'è ancora domani
Ferran Paredes Rubio – Comandante
Paolo Carnera – Io capitano
Hélène Louvart – La chimera
Francesco Di Giacomo – Rapito

Miglior compositore
Subsonica – Adagio
Lele Marchitelli – C'è ancora domani
Franco Piersanti – Il sol dell'avvenire
Andrea Farri – Io capitano
Santi Pulvirenti – L'ultima notte di Amore

Migliore canzone originale
Adagio (musica, testo e interpretazione dei Subsonica) – Adagio
La vita com'è (musica, testo e interpretazione di Brunori Sas) – Il più bel secolo della mia vita
Baby (musica di Andrea Farri, testo e interpretazione di Seydou Sarr) – Io capitano
'O Dj (Don't Give Up) (musica, testo e interpretazione di Liberato) – Mixed by Erry
La mia terra (musica, testo e interpretazione di Diodato) – Palazzina Laf

Miglior scenografo
Paola Comencini e Fiorella Cicolini – C'è ancora domani
Carmine Guarino e Iole Autero – Comandante
Dimitri Capuani e Roberta Troncarelli – Io capitano
Emita Frigato e Rachele Meliadò – La chimera
Andrea Castorina e Valeria Vecellio – Rapito

Miglior costumista
Alberto Moretti – C'è ancora domani
Massimo Cantini Parrini – Comandante
Stefano Ciammitti – Io capitano
Loredana Buscemi – La chimera
Sergio Ballo e Daria Calvelli – Rapito

Miglior truccatore
Antonello Resch, Lorenzo Tamburini, Michele Salgaro Vaccaro e Francesca Galafassi – Adagio
Ermanno Spera – C'è ancora domani
Paola Gattabrusi e Lorenzo Tamburini – Comandante
Dalia Colli e Roberta Martorina – Io capitano
Enrico Iacoponi – Rapito

Miglior acconciatore
Teresa Di Serio – C'è ancora domani
Massimo Gattabrusi – Comandante
Stefano Ciammitti e Dalia Colli – Io capitano
Daniela Tartari – La chimera
Alberta Giuliani – Rapito

Miglior montatore
Valentina Mariani – C'è ancora domani
Marco Spoletini – Io capitano
Giogiò Franchini – L'ultima notte di Amore
Nelly Quettier – La chimera
Francesca Calvelli e Stefano Mariotti – Rapito

Miglior suono
C'è ancora domani
Comandante
Il sol dell'avvenire
Io capitano
La chimera

Migliori effetti speciali visivi
Stefano Leoni e Flaminia Maltese – Adagio
Kevin Tod Haug e Stacey Dodge – Comandante
Fabio Tomassetti e Daniele Tomassetti – Denti da squalo
Laurent Creusot e Massimo Cipollina – Io capitano
Rodolfo Migliari e Lena Di Gennaro – Rapito

Miglior documentario
Enzo Jannacci - Vengo anch'io, regia di Giorgio Verdelli
Io, noi e Gaber, regia di Riccardo Milani
Laggiù qualcuno mi ama, regia di Mario Martone
Mur, regia di Kasia Smutniak
Roma, santa e dannata, regia di Daniele Ciprì

Miglior cortometraggio
The Meatseller, regia di Margherita Giusti
Asterión, regia di Francesco Montagner
Foto di gruppo, regia di Tommaso Frangini
In quanto a noi, regia di Simone Massi
We Should All Be Futurists, regia di Angela Norelli

Miglior film internazionale
Anatomia di una caduta, regia di Justine Triet
As bestas, regia di Rodrigo Sorogoyen
Foglie al vento, regia di Aki Kaurismäki
Killers of the Flower Moon, regia di Martin Scorsese
Oppenheimer, regia di Christopher Nolan

David Giovani
C'è ancora domani, regia di Paola Cortellesi
Comandante, regia di Edoardo De Angelis
Io capitano, regia di Matteo Garrone
L'ultima volta che siamo stati bambini, regia di Claudio Bisio
Stranizza d'amuri, regia di Giuseppe Fiorello

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Film 2264 - Moonstruck

Intro: Petra e Rebecca qualche tempo fa mi hanno detto che stavano rivedendo questo film e hanno fatto venire anche a me la voglia di recuperarlo.

Film 2264: "Moonstruck" (1987) di Norman Jewison
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: ricordo che la prima volta che avevo lo avevo visto, questo film non mi era particolarmente piaciuto. Penso sia per questo mche mi ci sono voluti anni per decidermi a dargli una seconda occasione.
Ho trovato "Moonstruck" piuttosto divertente e, per quanto folle, una piacevole visione. Cher e Cage sono una strana coppia che funziona, lei magnetica quanto la luna del titolo, lui in versione selvaggia e sexy: per qualche motivo insieme funzionano.
La storia presenta una serie di equivoci familiari da gestire, tira più volte in ballo la sorte (e la luna, ovviamente), gioca con stereotipi italiani - o, sarebbe meglio dire, italo-americani - e in generale funziona nonostante questo peculiare mix di ingredienti.
Cast: Cher, Nicolas Cage, Vincent Gardenia, Olympia Dukakis, Danny Aiello, Julie Bovasso, Louis Guss, John Mahoney.
Box Office: $122.1 milioni
Vale o non vale: Commedia romantica per i nostalgici degli anni '80, i fan di Cher (o "RuPaul's Drag Race", considerato quante volte viene citata la famosa scena di Cher che, dopo uno schiaffo a Cage che le ha appena professato il suo amore, gli risponde 'Snap out of it!') o i curiosi di scoprire un Nicholas Cage "selvatico" e piuttosto sexy, "Moonstruck" rappresenta un'ottima scelta per una serata all'insegna del disimpegno e un tocco nostalgico.
Premi: Candidato a 6 premi Oscar, tra cui Miglior film, regia e attore non protagonista (Gardenia), ha vinto quello per la Miglior attrice protagonista (Cher), attrice non protagonista (Dukakis) e sceneggiatura originale. 4 nomination ai BAFTA per Miglior attrice, attrice non protagonista, sceneggiatura originale e colonna sonora. 2 Golden Globe vinti per Miglior attrice protagonista (Cher) e attrice non protagonista (Dukakis) su 5 candidature (Miglior film commedia, attore protagonista per Cage e sceneggiatura). Cher ha vinto il David di Donatello come Miglior attrice straniera, mentre John Patrick Shanley è stato nominato per la Miglior sceneggiatura straniera).
Parola chiave: Sfortuna.
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giovedì 28 marzo 2024

Film 2263 - Steel Magnolias

Intro: Questo il film preferito di Jayce che, siccome non rivedevo da anni, ho acconsentito a guardare (per la prima volta in inglese).

Film 2263: "Steel Magnolias" (1989) di Herbert Ross
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: mi ha fatto piacere rivedere questo film di cui, devo dire, ricordavo poco e niente. Più strano ancora, però, è stato guardarlo in versione originale, con qualche difficoltà dettata dal marcato accento del sud di tutti i protagonisti.
A parte questo, comunque, un buonissimo prodotto figlio del suo tempo che, nonostante allo sguardo dello spettatore moderno potrebbe sembrare non avere niente di nuovo da dire, in realtà funziona ancora molto bene.
Film 310 - Fiori d'acciaio
Film 2263 - Steel Magnolias
Cast: Sally Field, Dolly Parton, Shirley MacLaine, Daryl Hannah, Olympia Dukakis, Julia Roberts, Tom Skerritt, Dylan McDermott, Kevin J. O'Connor, Sam Shepard.
Box Office: $96.8 milioni
Vale o non vale: Film corale dal cast pazzesco, una buona dose di comicità miscelata ad un'anima drammatica che colpisce specialmente dalla seconda metà della storia. Non leggero, ma ha i suoi buoni momenti.
Premi: Candidato all'Oscar per la Miglior attrice non protagonista (Julia Roberts). 2 nomination ai Golden Globe per Miglior attrice protagonista drammatica (Sally Field) e attrice non protagonista (Roberts); 1 candidatura ai BAFTA per la Miglior attrice non protagonista (Shirley MacLaine).
Parola chiave: Gravidanza.
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Film 2262 - Call Me by Your Name

Intro: San Valentino casalingo e in solitaria per questo 2024, quindi ho deciso di massacrarmi l'umore riguardando questo film.

Film 2262: "Call Me by Your Name" (2017) di Luca Guadagnino
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: lo so, lo so, dopo tutti gli scandali venuti fuori su Armie Hammer rivedere questo film potrebbe essere problematico. La verità, però, è che a) Hammer non mi ha mai particolarmente entusiasmato neanche prima e b) questa storia affronta già tematiche scomode e complesse (sesso con un minorenne), quindi ammetto che rivedere "Call Me by Your Name" non mi è risultato particolarmente difficile (se non consideriamo che, rispetto alle visioni precedenti, adesso ogni volta che penso al titolo di questa pellicola nel cervello mi parte "Montero" di Lil Nas X).
Detto ciò, al di là della dimensione sensuale (e sessuale) di questo prodotto, per me il valore di "Call Me by Your Name" risiede in tre particolari aspetti:
1. la collocazione spaziale, che mi ricorda casa;
2. le circostanze della storia, che mi rimandano al passato, la mia prima volta con un ragazzo (anch'io, al tempo, minorenne) e, in particolare, la scena finale di infinito dolore (quando capisci che, nonostante quello che hai provato,
it's not meant to be);
3. la colonna sonora, ormai indelebilmente scolpita nel mio cervello.
Mi rendo conto che il valore che per me ha questo prodotto è assolutamente personale - discorso che vale, ovviamente, per qualsiasi altro prodotto cinematografico - e non tutti saranno d'accordo. In ogni caso "Call Me by Your Name", per quanto non sia il mio film a tematica gay preferito, rimane un porto sicuro in quei momenti in cui, per un motivo o per un altro, ho la necessità di riconnettermi con quella parte di me stesso che ha bisogno di uno scossone emotivo. Non uno qualsiasi però, ma specificamente quello che il film di Guadagnino riesce tutte le volte a "regalarmi" proprio perché connesso a quei tre aspetti di cui sopra.
Film 1530 - Call Me by Your Name
Film 1686 - Call Me by Your Name
Film 2262 - Call Me by Your Name

Cast: Timothée Chalamet, Armie Hammer, Michael Stuhlbarg, Amira Casar, Esther Garrel, Victoire Du Bois.
Box Office: $43.1 milioni
Vale o non vale: Non per tutti, per una miriade di motivi. Personalmente non avevo particolarmente gradito "Call Me by Your Name" alla prima visione, ma più lo guardo, più trovo valore in quello che questa pellicola ha da offrire. Fosse anche solo nelle parole pronunicate dal padre (Michael Stuhlbarg) ad Elio (Timothée Chalamet) nel momento in cui il ragazzo deve fare i conti con il suo primo amore che se n'è andato: un discorso che, forse, farebbe davvero bene a tutti ascoltare.
Premi: Candidato a 4 premi Oscar, tra cui Miglior film e attore protagonista (Chalamet), ha vinto per la Miglior sceneggiatura di James Ivory; il film ha vinto anche il BAFTA nella stessa categoria. 3 nomination ai Golden Globes (film, attore protagonista, attore non protagonista) e 2 ai Grammy (Best Compilation Soundtrack for Visual Media e Best Song Written for Visual Media). 2 David di Donatello vinti per Migliro sceneggiatura e canzone originale su 12 nomination (tra cui Miglior film e regia, ma niente per gli attori).
Parola chiave: Oliver.
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lunedì 25 marzo 2024

Film 2261 - Legally Blonde

Intro: Continua la visione di quei film "a colpo sicuro" che ho voluto recuperare qualche tempo fa in un momento in cui la proposta cinematografica generale non mi stava particolarmente convincendo.

Film 2261: "Legally Blonde" (2001) di Robert Luketic
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: "Legally Blonde" è un film che per tanti anni non ho mai considerato e che, invece, si merita davvero tutto il successo che negli anni ha ottenuto (si parla adesso di un terzo capitolo). Reese Witherspoon è un'ottima protagonista e la storia di per sé è divertente e simpatica, dotata di uno humor spiccato e una buona dose di autocritica. Il risultato finale è ancora fresco e spigliato a distanza di oltre 20 anni dall'uscita nei cinema.
Film 887 - La rivincita delle bionde
Film 2261 - Legally Blonde
Cast: Reese Witherspoon, Luke Wilson, Selma Blair, Matthew Davis, Victor Garber, Jennifer Coolidge, Ali Larter, Holland Taylor, Linda Cardellini, Raquel Welch.
Box Office: $141.8 milioni
Vale o non vale: Simpatico e ben realizzato, "Legally Blonde" è un prodotto che fu ampiamente sottovalutato al momento dell'uscita (anche da me) e che, invece, negli anni è riuscito a ricavarsi un'audience fedele e lo status di pellicola cult. Da recuperare!
Premi: Candidato a 2 Golden Globe per Miglior film commedia/musical e Miglior attrice protagonista (Witherspoon).
Parola chiave: Proposta di matrimonio.
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venerdì 15 marzo 2024

Film 2260 - Bridget Jones's Diary

Intro: In un momento di incertezza cinematografica, ho cominciato la visione di una serie di film che avevo già visto in passato, spinto dalla certezza di dedicare il mio tempo a dei titoli che sapevo mi avrebbero lasciato soddisfatto.

Film 2260: "Bridget Jones's Diary" (2001) di Sharon Maguire
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: non ricordo come mi sia tornato in mente questo film - forse mi è capitato di sentire "All By Myself" da qualche parte - sta di fatto che, capitato al momento giusto, l'ho subito voluto rivedere.
Simpatico, spensierato e con una meravigliosa Renée Zellweger nei panni dell'ormai famossissima Bridget Jones, il film ha retto perfettamente il passare del tempo e, nonostante gli oltre vent'anni dall'uscita nei cinema, funziona ancora alla perfezione.
Film 850 - Il diario di Bridget Jones
Film 2260 - Bridget Jones's Diary
Film 857 - Che pasticcio, Bridget Jones!
Film 1231 - Bridget Jones's Baby
Film 1591 - Bridget Jones's Baby
Cast: Renée Zellweger, Colin Firth, Hugh Grant, Jim Broadbent, Gemma Jones, Celia Imrie, Shirley Henderson, Embeth Davidtz, James Callis, Sally Phillips.
Box Office: $282 milioni
Vale o non vale: Romantico quanto basta, spiritoso e supportato da tre perfetti protagonisti capitanati da una Zellweger in formissima, "Bridget Jones's Diary" è il primo (e più riuscito) capitolo di una trilogia che, nonostante un tonfo con l'episodio successivo, riesce ancora ad incantare. E ogni tanto rivederlo ci sta.
Premi: Candidato all'Oscar per Miglior attrice protagonista (Zellweger). 4 nomination ai BAFTA per Miglior attrice protagonista, attore non protagonista (Firth), sceneggiatura non originale e film britannico dell'anno. 2 candidature ai Golden Globe per Miglior film musical/commedia e Miglior attrice protagonista. 1 nomination ai Grammy per Best Compilation Soundtrack Album for a Motion Picture, Television or Other Visual Media e 1 candidatura agli MTV Movie & TV Awards per il Miglior bacio (Zellweger e Firth).
Parola chiave: Amore.
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giovedì 14 marzo 2024

Film 2259 - Wicked Little Letters

Intro: Cinemino con Marysia dopo una veloce bevuta con chiacchiera d'aggiornamento.

Film 2259: "Wicked Little Letters" (2023) di Thea Sharrock
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Marysia
In sintesi: il problema di vedersi per bere qualcosa al volo prima del cinema (dopo una giornata di lavoro) è sempre che, vuoi o non vuoi, finisco per addormentarmi. In questo caso particolare, però, devo dire che ho opposto resistenza con una certa veemenza, considerato quanto mi interessasse il film.
Quindi sì, ammetto di aver perso qualche colpo all'inizio, ma di fatto sono riuscito a seguire tranquillamente tutta la storia che, ammetto, ho trovato abbastanza divertente. Va detto che il trailer sia un più "animato" del film nella sua interezza, però il risultato finale funziona quanto basta a lasciare soddisfatti.
L'unica vera ragione di vago disappunto sta nella gestione della questione centrale di tutta la storia: chi scrive le lettere? Sarebbe carino scoprirlo nel finale, con un colpo di scena che premi lo spettatore dopo un'oretta e mezza di tentativi per indovinare che ci sia dietro tante parole infuocate.
Nella realtà, invece, la trama sceglie stranamente di rivelare chi sia lo Shakespeare della parolaccia già a metà del racconto, di fatto dandosi un po' la zappa sui piedi: non c'è il piacere di scoprire alla fine chi sia il colpevole, mancando quindi quell'effetto a sorpresa che avrebbe aiutato a trascinare meglio tutto il racconto fino in fondo. Diciamo che si rimane con un vago senso di insoddisfazione.
A parte ciò, grandissime performance da tutto il cast, magica chimica tra Jessie Buckley e Olivia Colman e menzione speciale per Timothy Spall che è sempre una garanzia ed è un piacere ritrovare per una volta in un ruolo più prominente.
Cast: Olivia Colman, Jessie Buckley, Anjana Vasan, Joanna Scanlan, Gemma Jones, Malachi Kirby, Lolly Adefope, Eileen Atkins, Hugh Skinner, Timothy Spall.
Box Office: $8,087,718 (ad oggi)
Vale o non vale: Commedia tutto sommato simpatica, che scorre veloce e con un buon cast. Sicuramente non per tutti i palati, considerando il numero di parolacce incluse (che poi francamente io non le ho capite tutte - però quello è più un fattore di svantaggio linguistico che altro - quindi per me il linguaggio è stato provocatorio fino a un certo punto).
Premi: /
Parola chiave: Inchiostro invisibile.
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venerdì 8 marzo 2024

Film 2258 - The Iron Claw

Intro: Visto le ottime recensioni ottenute dal film, ero davvero curioso di recuperarlo prima che lo togliessero dalla programmazione.

Film 2258: "The Iron Claw" (2023) di Sean Durkin
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: non fosse che è una storia vera, certe parti di "The Iron Claw" sembrano troppo assurde per essere vere. Al di là di questo, comunque, si tratta di uno dei migliori film che ho visto di recente.
Fortissimo a livello narrativo, supportato da una serie di performance di altissimo calibro (Zac Efron in testa, derubato di una nomination all'Oscar) e da una regia capace e in grado di comprendere le necessità legate a un prodotto che non solo si concentra sullo sport, ma su uno in particolare così coreografico e scenografato, il film di Sean Durkin funziona dall'inizio alla fine e racconta con tatto ma senza mai tirarsi indietro le gioie e, soprattutto, i dolori di una famiglia di wrestler, i Von Erich, che immola se stessa in nome della gloria legata ad uno sport che, dal di fuori, sembra tutto lustrini ed eccessi, ma quando osservato più da vicino si dimostra estremamente competitivo e pericoloso.
Una serie di sogni di gloria interrotti, una famiglia devastata, ma anche il racconto di cosa significhi trovare se stessi e ricominciare. "The Iron Claw" è, neanche a dirlo, un pugno nello stomaco, ma una di quelle pellicole che lascia qualcosa allo spettatore.
Cast: Zac Efron, Jeremy Allen White, Harris Dickinson, Maura Tierney, Stanley Simons, Holt McCallany, Michael Harney, Lily James.
Box Office: $41.9 milioni
Vale o non vale: Potente, ben girato e confezionato, con un cast di altissimo livello, "The Iron Claw" è uno dei gioiellini della passata stagione che avrebbe meritato molta più attenzione. Un ottimo film (il cui unico tallone d'achille sono le parrucche tremende).
Premi: /
Parola chiave: NWA Worlds Heavyweight Championship.
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giovedì 7 marzo 2024

Film 2257 - Mean Girls

Intro: Non so perché alla fine io e Niamh finiamo sempre per andare a vedere un musical...

Film 2257: "Mean Girls" (2024) di Samantha Jayne, Arturo Perez Jr.
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Niamh
In sintesi: è difficile riproporre un prodotto che ha funzionato originariamente così bene in chiave "aggiornata". In questo senso, il musical di "Mean Girls" pareva aver trovato la chiave giusta per riapprocciarsi al materiale originale con, in più, la scusa di portare al cinema il musical di successo originato a Broadway. Il denominatiore comune di tutte queste operazioni? Tina Fey.
La Fey, infatti, è stata artefice sia della sceneggiatura del primo film che del libretto del musical, per cui niente di più appropriato che riprendesse in mano il proprio lavoro e si dedicasse alla scrittura anche di questa storia. Non fosse che "Mean Girls" 2024 non funziona così bene come l'originale.
Per me il problema principale sta nel fatto che nessuna delle canzoni proposte qui funziana davvero o, per capirsi, rimane impressa. Il che, per una pellicola che ha alla sua base la musica, è già un grande problema. In aggiunta, questo "Mean Girls" cerca troppo disperatamente di tenersi al passo coi tempi, cambiando alcuni elementi chiave della storia o momenti cult - il balletto natalizio, la trasformazione di Cady in una delle Plastic (in italiano le Barbie) che di fatto quasi non avviene, alcuni dei sabotaggi a Regina che per qualche ragione vengono cambiati (penso alla maglietta con i buchi sul seno), il personaggio di Janis che qui non è etero (senza di fatto usare questo cambiamento in alcun modo, per poi relegare al finale la comparsata o quasi della fidanzata) e altri elementi ancora - che rovinano allo spettatore affezionato il piacere di ritrovare certi elementi cardine del film precedente in questa rivisitazione. Capiamoci, non ci sarebbe alcun problema nel cambiare le cose e aggiornarle, se solo il risultato finale funzionasse.
Un altro aspetto che qui non funziona sono i personaggi. Per quanto abbia apprezzato la combo Janis e Damian 2.0 (rispettivamente Auliʻi Cravalho e Jaquel Spivey), non mi è piaciuto il fatto che la narrazione della storia sia dal loro punto di vista. Così, di fatto, si toglie a Cady il potere della sua narrazione, relegandola a parte del racconto piuttosto che fulcro di esso. A peggiorare le cose, non credo che Angourie Rice sia in grado di reggere la parte di protagonista. Le sue doti vocali sono traballanti e, di fatto, le manca quel magnetismo e quel carisma che innegabilmente contraddistinguevano Lindsay Lohan nell'originale. Non solo la sua Cady è in grado di essere sexy e sensuale, ma è allo stesso tempo credibile nei panni della liceale che ha sempre studiato a casa e si sente fuori posto in un mondo a lei totalmente sconosciuto, ovvero il liceo. Questa Cady, invece, funziona solo nei panni della nerd spaesata.
In aggiunta, Aaron Samuels (Christopher Briney in un ruolo che assolutamente non gli si addice) in questa storia ha come unica caratteristica quella di essere l'oggetto delle contese amorose di Cady e Regina George (Reneé Rapp), altro non gli è concesso a livello narrativo. E, parlando di Regina George, non trovo che la Rapp riesca ad emulare il livello di iconicità suscitato dalla precedente performance di Rachel McAdams. Mi rendo conto che fossero panni alquanto ingombranti da dover vestire e, va detto, il suo è l'unico personaggio che davvero lascia il segno, sta di fatto che la performance generale funziona quando pensata nel contesto di questo film del 2024, ma non regge il confronto con l'originale di 20 anni fa. Questo è ancora più vero nel finale, quando Regina si ravvede all'ultimo secondo, di fatto buttando alle ortiche tutto ciò che ha simboleggiato il personaggio fino a quel momento in nome di un happy ending piuttosto insoddisfacente.
Insomma, per quanto il musical di "Mean Girls" non sia un prodotto terribile, ha il grande svantaggio di confrontarsi con un originale che, per tanti motivi, è passato alla storia e con il quale l'inevitabile confronto non fa che accentuare tutti quegli elementi che non funzionano. Se poi ci mettiamo che nemmeno quella parte di novità che si porta con sé questa pellicola (le canzoni) siano niente di memorabile, si fa presto a capire perché il risultato finale possa lasciare delusi i fan del primo film.
Film 114 - Mean Girls
Film 147 - Mean Girls
Film 320 - Mean Girls
Film 1594 - Mean Girls
Film 2257 - Mean Girls (musical)
Cast: Angourie Rice, Reneé Rapp, Auliʻi Cravalho, Christopher Briney, Jaquel Spivey, Avantika, Bebe Wood, Jenna Fischer, Busy Philipps, Tim Meadows, Lindsay Lohan, Jon Hamm, Ashley Park, Tina Fey.
Box Office: $104.1 milioni
Vale o non vale: Continuo a rimanere dell'opinione che non ci fosse bisogno di un nuovo "Mean Girls", nemmeno in chiave musicale. Detto ciò - e visto che ce lo abbiamo - non trovo che ci sia una particolare necessità di recuperare questa pellicola, a meno che non si sia fan della versione di Broadway, dei musical in generale o, almeno in parte, della pellicola originale.
Premi: /
Parola chiave: The Burn Book.
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lunedì 4 marzo 2024

Film 2256 - Anyone But You

Intro: Passati i fasti del compleanno la sera prima, il 10 febbraio sono andato al cinema per recuperare un film facile facile che volevo vedere prima che uscisse dalla programmazione.

Film 2256: "Anyone But You" (2023) di Will Gluck
Visto: al cinema
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: era da un po' di tempo che non usciva una commedia romantica intesa nel più classico senso del termine e, lo ammetto, ritrovare questo genere mi ha fatto piacere.
Poi "Anyone But You" non ridefinisce certo i canoni di questo tipo di prodotto e, tutto sommato, il risultato finale non è certo eclatante, eppure non posso dire di non aver seguito questa storiella con piacere.
Piacevole quanto basta, fedele alle aspettative e con due bei protagonisti che si mettono sufficientemente in gioco, questo film è esattamente ciò che ci si aspetta, overo un prodotto di facile consumo che aiuta a spegnere il cervello per un'oretta e mezza di spensieratezza e sogno. Nulla di più e non c'è niente di male.
Cast: Sydney Sweeney, Glen Powell, Alexandra Shipp, GaTa, Hadley Robinson, Michelle Hurd, Dermot Mulroney, Darren Barnet, Bryan Brown, Rachel Griffiths.
Box Office: $207.1 milioni
Vale o non vale: Commedia romantica che segue i canoni del genere e consegna allo spettatore esattamente quello che promette, un prodotto facile e divertente quanto basta per un momento di spensieratezza e cervello a sinapsi spente.
Premi: /
Parola chiave: Matrimonio.
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venerdì 1 marzo 2024

Film 2255 - American Fiction

Intro: Il trailer e le numerose nomination alle varie cerimonie di premiazione mi hanno incuriosito, per cui ha recuperato questa pellicola non appena ne ho avuto l'occasione.

Film 2255: "American Fiction" (2023) di Cord Jefferson
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: dal trailer avevo avuto l'impressione che il film fosse decisamente più divertente o che, quantomeno, propendesse di più per l'aspetto comico della vicenda. In realtà il risultato finale è sì, piacevole, ma non esattamente una commedia in senso stretto.
In particolare è la premessa che getta le basi per gli elementi comici del racconto, ma in realtà, man mano che il racconto procede, sono sempre meno le parti comiche e la storia si concentra di più sugli aspetti drammatici della vicenda.
Onestamente e personalmente avrei gradito di più che venissero esplorate le possibilità della trama connesse alla comicità - scrittore impegnato che non vede il successo dall'uscita del primo libro, finisce per scriverne uno che racchiude tutti gli stereotipi legati all'essere afroamericani e ritrovare istantaneamente il successo (pur decidendo di pubblicare il romanzo sotto pseudonimo) - mentre in realtà si finisce per parlare un sacco della famiglia di Monk (Jeffrey Wright) e dei vari problemi e situazioni che si susseguono.
Tutto sommato ho gradito la visione di "American Fiction", ma non è stato il film che mi aspettavo.
Cast: Jeffrey Wright, Tracee Ellis Ross, John Ortiz, Erika Alexander, Leslie Uggams, Adam Brody, Issa Rae, Miriam Shor, Myra Lucretia Taylor, Sterling K. Brown.
Box Office: $21.8 milioni
Vale o non vale: Onestamente non descriverei questo film come commedia, quanto più come una pellicola drammatica a cui si alternano momenti divertenti (specialmente all'inizio). Jeffrey Wright fa, come sempre, un egregio lavoro, Tracee Ellis Ross speravo avesse una parte più prominente e il personaggio di Sterling K. Brown è insostenibile. "American Fiction" non è decisamente un prodotto per tutti, ma bilancia bene un'idea di partenza molto commerciale (che ha un buon appeal per il grabde pubblico) all'anima di fatto piuttosto "indie" del prodotto finale.
Premi: Candidato a 5 premi Oscar per Miglior film, attore protagonista (Wright), attore non protagonista (Brown), sceneggiatura non originale e colonna sonora. Vincitore del BAFTA per la Miglior sceneggiatura non originale. 2 nomination ai Golden Globe per il Miglior film musical/commedia e attore protagonista.
Parola chiave: Libro.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

giovedì 29 febbraio 2024

Film 2254 - Dial M for Murder

Intro: Qualche sera prima l'annosa scelta del film da vedere si era giocata tra questo titolo e "Mommie Dearest", che poi abbiamo visto. Così la scelta per cosa vedere per la seconda serata cinematografica è stata più facile del previsto.

Film 2254: "Dial M for Murder" (1954) di Alfred Hitchcock
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: ma cosa si può dire di questo film, se non capolavoro?
Basta, non serve altro.
Film 603 - Dial M for Murder 3D
Film 2254 - Dial M for Murder
Cast: Ray Milland, Grace Kelly, Robert Cummings, John Williams.
Box Office: $6 milioni
Vale o non vale: Fan di Hitchcok o meno, questo è davvero un bellissimo thriller da seguire avidamente (meglio non perdersi alcun dettaglio!).
Premi: Candidato al BAFTA per la Miglior attrice straniera (Kelly).
Parola chiave: Lettera.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

Film 2253 - Burlesque

Intro: Era da un po' che non rivedevo questo film e per qualche motivo mi era tornata voglia...

Film 2253: "Burlesque" (2010) di Steve Antin
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: nessuno
In sintesi: onestamente non capisco come "Burlesque" non abbia sbancato considerata la "dose" di omosessualità che trasuda questa pellicola, comunque tutto considerato il film ha fatto meglio di tanti altri con simili premesse.
A mio avviso le canzoni sono praticamente tutte ottime, Cher è marmorea e a malapena si muove, Christina Aguilera non sfigura (anche se certe parrucche...) e il risultato finale è godibile e a tratti surreale (i diritti di sopraelevazione, un piccolo club di Los Angeles che finisce sulle prime pagine dei giornali perché una delle sue performer un giorno si sveglia e canta dal vivo, Stanley Tucci in un altro ruolo gay dopo "Il diavolo veste Prada"). Insomma, per me cult.
Film 209 - Burlesque
Film 226 - Burlesque
Film 251 - Burlesque
Film 376 - Burlesque
Film 1161 - Burlesque
Film 1643 - Burlesque
Film 2253 - Burlesque
Cast: Cher, Christina Aguilera, Eric Dane, Cam Gigandet, Julianne Hough, Alan Cumming, Peter Gallagher, Kristen Bell, Dianna Agron, James Brolin, Stanley Tucci.
Box Office: $90.5 milioni
Vale o non vale: Non per tutti, ma sicuramente per molti della comunità LGBTQ, "Burlesque" tutto sommato invecchia bene e porta i suoi 14 anni con sorprendente disinvoltura.
Premi: Candidato a 3 Golden Globe per Miglior film musical/commedia e canzone originale per "Bound to You" e "You Haven't Seen the Last of Me", ha vinto per quest'ultima. 2 nomination ai Grammy del 2012 per Best Song Written for Visual Media e Best Compilation Soundtrack for Visual Media. 1 nomination per peggior attrice non protagonista (Cher) ai Razzie Award. Christina Aguilera è stata nominata all'MTV Movie & TV Awards per la Miglior performance femminile esordiente.
Parola chiave: Air rights.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi

lunedì 26 febbraio 2024

Film 2252 - Mommie Dearest

Intro: Ne avevo sempre sentito parlare, ma non avevo mai avuto l'occasione di vederlo. Finalmente qualche settimana fa è giunto il momento...

Film 2252: "Mommie Dearest" (1981) di Frank Perry
Visto: dal computer di casa
Lingua: inglese
Compagnia: Jayce
In sintesi: non sapevo bene cosa aspettarmi da questo "Mommie Dearest", principalmente perché negli anni ne avevo sentito parlare malissimo oppure sentito citare da svariati concorrenti, quando non Rupaul stesso, nei vari franchise di Drag Race. Altro non sapevo.
Di fatto, preparato com'ero alla straripanza camp, ho davvero apprezzato questo film nella sua assurda esagerazione e ho finalmente compreso il motivo di tanto apprezzamento della comunità LGBT: la storia incredibile, la protagonista senza freni, lo scorcio della vita glamour di una star hollywoodiana a cui si susseguono retroscena scabrosi tra abusi e deliri... insomma, è tutto talmente eccessivo da risultare, inevitabilmente, iconico (ma non per i motivo che la produzione i aspettava).
Faye Dunaway fa il film insieme alla storia - tratta dall'autobiagrafia omonia scritta da Christina Crawford, la figlia adottiva dell'attrice - in una combinazione esplosiva di fatti raccontati all'ennesima potenza, per un risultato finale inaspettatamente comico che, pur involontario, finisce per regalare al film lo stato di titolo di culto.
Cast: Faye Dunaway, Steve Forrest, Diana Scarwid, Howard da Silva, Rutanya Alda.
Box Office: $25 milioni
Vale o non vale: Non una buona pellicola, ma sicuramente una di cui parlare. Ci sono tantissime frasi celebri tratte da questo film e può essere divertente vedere quante se ne conoscono oppure scoprirne altre che non si sapeva fossero state create per questo titolo. Iconico per tutta una serie di motivi, vedere per credere.
Premi: Candidato a 9 Razzie Awards nel 1982, ne ha vinti 7 - tra cui peggior film, attrice, attore e attrice non protagonisti (rispettivamente Steve Forrest e Diana Scarwid) e sceneggiatura - a cui se n'è aggiunto uno nel 1992 per peggior film del decennio. Nel 2005 il film è stato ulteriormente candidato, questa volta senza vincere, nella categoria peggior film degli ultimi 25 anni.
Parola chiave: Proper.
Trailer
#HollywoodCiak
Bengi